ROMA (MF-DJ)--"L'esigenza di una riforma dell'Irpef deriva dalla necessità di correggere alcune criticità che hanno allontanato tale imposta dai canoni costituzionali di equità e, sotto il profilo del tax design, da un modello chiaramente riconoscibile, generando numerosi

problemi".

Lo ha detto Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate, nel corso di un'audizione presso le Commissioni congiunte Finanze di Camera e Senato, precisando che "per il contribuente è molto difficile calcolare e, quindi, conoscere il suo effettivo e personale livello di imposizione e questo si traduce in una scarsa trasparenza dell'imposta".

Inoltre, ha proseguito Ruffini, "l'attuale sistema disincentiva l'offerta di lavoro da parte dei contribuenti a causa di: aliquote marginali elevate sui redditi bassi; detrazioni (in particolare quelle per lavoro dipendente) decrescenti al crescere del reddito, che - per l'attuale configurazione - provocano sui redditi medio-bassi (entro i 55.000 euro), il cosiddetto "salto di aliquota", ossia uno scalino dell'aliquota marginale sui redditi aggiuntivi (ad esempio da lavoro

dipendente); il sistema delle detrazioni e delle deduzioni ha determinato, con il tempo, una deformazione della progressività dell'imposta rispetto a quanto stabilito dalle aliquote nominali, determinando un potentissimo disincentivo a lavorare e guadagnare di più già a livelli bassi di reddito".

Altra criticità riguarda l'equità, "in quanto è prevista una progressività molto elevata per livelli bassi di reddito imponibile (entro i 40.000 euro), cui corrisponde un'imposta più alta da versare; progressività che si riduce molto per i livelli elevati di reddito. Inoltre, le attuali detrazioni e deduzioni, comprese quelli per carichi familiari, e il ricorso all'imposizione sostitutiva per talune tipologie di reddito (dipendente, lavoro autonomo) non assicurano la medesima imposta a parità di reddito individuale per effetto dell'erosione della base imponibile. Tale fenomeno, infatti, ha raggiunto livelli molto significativi, con una parte consistente di redditi (non solo di capitale, ma anche fondiari, d'impresa, di lavoro autonomo e, in

parte, di lavoro dipendente) che non concorrono alla formazione del reddito complessivo, minando l'"universalità" dell'Irpef".

"Sull'equità - ha spiegato il numero uno dell'Agenzia - incide ancor di più l'evasione fiscale. Con specifico riferimento all'erosione della base imponibile, si osserva che nel corso degli anni vi è stato un graduale "svuotamento" della base imponibile, mediante la previsione di esenzioni di alcuni tipi di redditi e l'introduzione di tassazioni sostitutive".

Quindi, "un altro aspetto critico dell'attuale sistema dell'Irpef e,

più in generale, del nostro sistema tributario è rappresentato dall'evasione fiscale e dal tax gap".

gug

(END) Dow Jones Newswires

January 11, 2021 11:05 ET (16:05 GMT)