MILANO (MF-DJ)--L'Italia non si è qualificata ai Mondiali di calcio in Qatar. Ma negli Emirati Arabi ha vinto il campionato del mondo. Sbaragliando tutti. O meglio, l'hanno vinto 1.100 aziende italiane; tutte, in un modo o nell'altro, legate a energie alternative, riciclo dei rifiuti, sostenibilità ambientale. Queste 1.100 eccellenze fanno parte di Confindustria Cisambiente e rappresentano il nuovo Made in Italy che vince sui mercati grazie a ingegno italico e capacità manufatturiere. Si, perché saranno le aziende, più o meno piccole e più o meno grandi, a contribuire a risolvere i problemi di sostenibilità ambientale e di riciclo dei rifiuti negli Emirati Arabi.

A portare le aziende di Cisambiente ad alzare la Coppa del mondo è stato Giovanni Bozzetti, Vicepresidente Vicario e Presidente Area Sviluppo Estero e Normativa EU Confindustria Cisambiente, che da anni fa la spola fra Italia ed Emirati Arabi Uniti e ha firmato pochissimi giorni fa un accordo pienamente operativo con il Ministero dell'Economia degli Emirati Arabi Uniti, rappresentato dal Sottosegretario S.E. Abdulla Al Saleh alla presenza di S.E. Abdulla bin Touq Al Marri, Ministro dell'Economia. Fatto più unico che raro. Bozzetti ha alle spalle una carriera che passa come una pallina da tennis (lo sport che lui ama forse più del suo Milan) dal campo degli incarichi nel mondo della politica a quello professionale nella consulenza e nella finanza.

Bozzetti è anche l'autore di un libro: 'Emirati, nulla è impossibile', dove, sulla base delle esperienze professionali vissute, fa capire con quali valori è stato possibile vincere negli Emirati Arabi Uniti. E si può dire che Bozzetti, sulla scia delle esperienze precedenti, ha come giocato in casa a Dubai, visto che conosceva perfettamente i terreni su cui l'Italia ha raggiunto il suo mondiale.

Dopo l'accordo, le foto della firma, le strette di mano con le massime autorità politiche degli Emirati, al ritorno in Italia non c'erano folle di imprenditori 'cisambientini' con tricolori sventolanti, ma un microfono di un cellulare del cronista e una serie di domande. La prima è quasi scontata: 'come avete fatto a sbaragliare il campo e vincere il campionato del mondo per la sostenibilità in una parte di mondo molto molto esclusiva che, quando è stata progettata, la parola sostenibilità ambientale non aveva certo il significato e il valore di oggi? Insomma, perché abbiamo vinto noi italiani?

'L'Italia è certamente una punta di eccellenza in tutta Europa per quanto riguarda la protezione ambientale e la sostenibilità' afferma Bozzetti, 'basta guardare semplicemente i dati della raccolta differenziata; da lì si evince che l'Italia è il primo Paese europeo. In più, le aziende che si occupano della tutela dell'ambiente in Italia rappresentano la nuova frontiera del Made in Italy. E noi come Confindustria Cisambiente ne abbiamo associate 1.100'.

La seconda domanda scaturisce dalla prima: di cosa parliamo quando ci riferiamo a Confindustria Cisambiente? 'Confindustria Cisambiente è l'Associazione del settore Ambiente ed Ecologia che interessa e comprende anche il variegato mondo dei sottoprodotti e dell'energia rinnovabile proveniente da rifiuto e delle bonifiche, che è stata costituita nel 2016 all'interno di Confindustria. Le 1100 Aziende che compongono il panorama associativo di Confindustria Cisambiente, sono distribuite equamente nel territorio nazionale e caratterizzano in modo altamente positivo l'intera filiera dell'Economia Circolare: dalla raccolta del rifiuto, al suo recupero di smistamento, al suo riciclo e smaltimento fino ad arrivare alla produzione di energia e di nuove materie prima da riutilizzare reinserendole nel circuito produttivo'.

Insomma, siamo noi che andiamo a casa loro a portare know how? 'Si, sono stati individuati diversi ambiti di azione, all'interno dei quali sia come Confindustria, sia con le aziende associate ci confronteremo con le controparti emiratine, portando il nostro know how, le nostre best practices e le nostre esperienze, che sono certo potranno supportarli nella creazione delle migliori politiche di economia circolare. Nello specifico, condivideremo il nostro expertise nell'ambito della raccolta e gestione dei dati ambientali, nell'ambito del policy making ovvero gli diciamo come noi collaboriamo con gli enti pubblici, quindi con il ministero dell'Ambiente, piuttosto che con le Regioni, e con il sistema delle imprese per l'elaborazione di normative ambientali, che ovviamente devono essere di concerto con tutte le realtà declinate. Viene da domandarsi come mai un popolo che ha costruito città fantastiche e futuribili dal nulla sui deserti, non abbia pensato alla sostenibilità ambientale di ciò che stava realizzando'.

Perché un Paese che sembra così avanzato rispetto a noi ha quest'esigenza? E su questo punto Bozzetti racconta le sue personali esperienze: 'Non parlerei di ritardo da parte degli Emirati Arabi nell'affrontare le tematiche della sostenibilità aziendale, né di disattenzione nei confronti di questo tema. Le maggiori problematiche ambientali stanno emergendo adesso come conseguenza dello sviluppo, non solo edilizio, ma anche industriale del Paese. È stato avviato un intenso processo di industrializzazione, che sta rendendo sempre più attuali problematiche e questioni che fino a 10 anni fa non avevano l'esigenza di affrontare, pertanto ora dovranno occuparsi, per esempio, delle complessità relative alla gestione dei rifiuti industriali, che prima non avevano, non essendo un Paese industrializzato, se non in alcuni ambiti'.

E allora cerchiamo di capire cosa faranno le aziende italiane per gli amici degli Emirati e capire i dettagli di questo storico accordo. Bozzetti risponde così: 'Parliamo di un accordo che vedrà Confindustria Cisambiente collaborare unitamente con il ministero dell'Economia degli Emirati Arabi Uniti per favorire lo sviluppo dell'economia circolare e della sostenibilità ambientale. E' un accordo di portata strategica molto rilevante perché Confindustria Cisambiente metterà a disposizione del ministero il know-how dei propri 1.100 associati, i quali a pieno titolo rappresentano una nuova forma di Made In Italy, quello relativo alla sostenibilità ambientale. L'accordo prevede la costituzione di un comitato di coordinamento che coinvolgerà rappresentanti di entrambi le parti, tra cui istituzioni rilevanti, figure del settore privato e del mondo accademico'.

'I due Paesi -spiega ancora Bozzetti - lavoreranno su quattro tematiche: Il primo è quello della raccolta dei dati, il secondo della loro gestione, ovviamente in termini ambientali, quindi la quantità di rifiuti prodotti, la percentuale di separazione di rifiuti raggiunta, la separazione tra rifiuti urbani piuttosto che industriali, etc. Tutti dati che servono per elaborare strategie di gestione del ciclo dei rifiuti. Il terzo è l"empowerment delle PMI' ovvero la creazione di una piattaforma con la quale far dialogare le imprese italiane e le università italiane che si occupano di economia circolare, con le società e le università emiratine; il che consente anche di sviluppare investimenti italiani lì (e viceversa) e l'interscambio commerciale di beni, servizi e prodotti. Infine, il quarto livello di collaborazione è quello della formazione. Quindi unire le forze per poter formare le professionalità migliori in questo ambito. Da un lato è sicuramente un trasferimento di Know How dall'Italia agli Emirati, dall'altro permetterà a noi di conoscere e imparare le nuove e le migliori tecnologie. Quindi si tratta di un interscambio che è un win-win per entrambi'.

Ma in questa fase è possibile quantificare il valore economico dell'accordo? Dice Bozzetti che 'adesso è molto complesso poterlo fare, però bisogna tener presente che negli Emirati Arabi Uniti l'economia circolare sta assumendo un valore sempre crescente. Non a caso, nonostante siano uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo, sono anche tra i più attivi nella ricerca ed adozione di tecnologie sempre più avanzate per la produzione di energia da fonti alternative'.

Il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohammed bin Zayed Al Nahyan, ha detto che celebreranno l'ultimo bidone di petrolio che verrà estratto. Lo celebreranno nel senso che non sono affatto preoccupati dal non dipendere più dal petrolio, anche perché hanno un Pil che già oggi è composto per il 70% da attività non-Oil e solo per il 30% da attività Oil. Questo in virtù della loro visione '.

In sostanza non vedono l'ora di smettere di estrarre? 'Assolutamente si. Loro sono avanzatissimi in questo e cercano di velocizzare il più possibile le dinamiche di sostenibilità ambientale nel Paese. E questo è il momento buono per le imprese italiane per essere lì e entrare in questo percorso. Magari sotto certi aspetti sarà un'occasione per imparare, in questo momento - ad esempio - hanno un progetto pilota per la produzione di energia dall'idrogeno, tecnica che in Italia ancora non è molto avanzata'.

L'intervista finisce con queste riflessioni: 'Non dobbiamo vedere questo accordo come a senso unico: noi italiani che andiamo a portare il know-how, ma come un'opportunità di arricchimento, unendo le realtà dei due Paesi e lavorando insieme per migliorare il nostro ambiente per consegnare alle generazioni future un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto'.

Danilo Caselli


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November 25, 2022 11:51 ET (16:51 GMT)