Il rublo russo ha ceduto i primi guadagni martedì dopo il rialzo dei tassi d'emergenza della banca centrale, mentre i titoli cinesi hanno chiuso in ribasso per i timori di rallentamento economico, anche se la banca centrale ha inaspettatamente tagliato i tassi chiave per sostenere la crescita.

La banca centrale russa ha aumentato il suo tasso d'interesse chiave di 350 punti base al 12%, una mossa d'emergenza per cercare di fermare l'indebolimento del rublo oltre i 100 contro il dollaro, dopo un appello pubblico del Cremlino per una politica monetaria più restrittiva.

Il rublo ha cancellato i suoi guadagni intraday dopo la decisione, e l'ultima volta era in ribasso dello 0,4% a 98,03.

"Si tratta di una risposta di emergenza alla caduta del valore del rublo, che di recente ha subito una delle più rapide svalutazioni delle valute EM", ha dichiarato Stuart Cole, capo economista macro di Equiti Capital.

"Se da un lato tale deprezzamento rischia di aumentare l'inflazione, dall'altro è anche il segnale che invia al pubblico russo sui costi dell'invasione dell'Ucraina. Pertanto, la decisione di oggi avrà probabilmente un elemento politico dietro di sé, oltre che economico". Il rublo, che ha perso più di un quinto del suo valore rispetto al dollaro dall'inizio della guerra in Ucraina, ha toccato un minimo di quasi 17 mesi a 101,75 lunedì e ha scambiato brevemente a 92,60 martedì mattina, oscillando selvaggiamente mentre il mercato reagiva all'intervento improvviso della banca centrale.

In Asia, una serie di dati economici cinesi ha evidenziato l'intensificarsi della pressione sulla seconda economia mondiale da più fronti, spingendo Pechino a tagliare i tassi chiave per sostenere l'attività.

L'indice cinese delle blue-chip CSI 300 e l'indice Hang Seng di Hong Kong sono scesi rispettivamente dello 0,2% e dell'1%, mentre anche lo yuan si è indebolito e ha toccato brevemente i minimi di nove mesi.

Alcuni investitori stanno riducendo la loro esposizione alla Cina.

I documenti regolamentari hanno mostrato che gli investitori di hedge fund con sede negli Stati Uniti, tra cui Coatue, D1 Capital e Tiger Global, hanno tagliato la loro esposizione alle aziende cinesi nel secondo trimestre, poiché le prospettive economiche del Paese sembravano vacillare e le tensioni geopolitiche sono aumentate.

Complessivamente, l'indice MSCI per i titoli dei mercati emergenti ha perso lo 0,5%, mentre l'indice delle valute ha perso lo 0,4%.

La lira turca è rimasta invariata rispetto al dollaro, mentre il rand del Sudafrica si è indebolito dello 0,6% per le preoccupazioni sulla salute della Cina, il suo principale partner commerciale.

Le valute dell'Europa centrale e orientale si sono indebolite rispetto all'euro, con il fiorino ungherese in testa alle perdite.

I dati hanno mostrato che la produzione industriale finale dell'Ungheria è scesa del 3,8% su base annua a giugno, invariata rispetto alla prima stima.

Il tasso di inflazione annuale dell'Arabia Saudita si è ridotto per il secondo mese consecutivo al 2,3% a luglio dal 2,7% di giugno, secondo i dati del governo.