ROMA (Reuters) - Da adolescente, Giorgia Meloni era solita uscire di nascosto a notte fonda per attaccare manifesti dei gruppi di estrema destra nel quartiere romano della Garbatella, dove è cresciuta, guardandosi le spalle dai gruppi rivali dell'estrema sinistra, in un gioco che poteva facilmente diventare violento. 

A trent'anni da quelle sortite notturne, Meloni non ha più bisogno di uscire nel cuore della notte per diffondere il suo messaggio. La sua immagine campeggia sui manifesti elettorali in tutto il paese, in vista del voto del 25 settembre, che potrebbe portarla ad essere la prima donna Presidente del Consiglio della storia d'Italia.

"È stato un viaggio incredibile, ma se vincerò le elezioni non sarà la fine, ma solo l'inizio" a detto Meloni a Reuters in un'intervista la scorsa settimana.

La rapida ascesa di Giorgia Meloni è legata a doppio filo alla trasformazione del suo partito, Fratelli d'Italia, che negli anni è cresciuto fino a diventare uno dei partiti principali dello scacchiere politico italiano, senza mai ripudiare del tutto le proprie radici post-fasciste.

Secondo i sondaggi, Fratelli d'Italia sarà il partito più votato alle prossime elezioni, con le previsioni più ottimistiche che si attendono una percentuale vicina al 25% dei consensi, contro l'appena 4,3% raccolto alle elezioni del 2018. Un risultato del genere consentirebbe al partito di Giorgia Meloni di scavalcare gli alleati della coalizione un tempo dominanti, la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia dell'ex premier Silvio Berlusconi.

Tanto i suoi sostenitori quanto i suoi critici ascrivono la rapida impennata di consensi della quarantacinquenne Meloni alla sua determinazione: ha vinto le prime elezioni locali a 21 anni, ed è diventata il più giovane ministro italiano di sempre a 31 quando, nel 2008,  le è stato affidato il portafoglio delle politiche giovanili del governo Berlusconi IV.

L'ascesa di Giorgia Meloni comincia nel quartiere popolare della Garbatella a Roma, dove viene cresciuta da una madre single a causa dell'abbandono della famiglia da parte del padre. Negli anni Meloni non ha fatto alcun tentativo di perdere il suo marcato accento romano.

Nell'autobiografia pubblicata nel 2021, "Io sono Giorgia", Meloni racconta di aver trovato una nuova famiglia all'età di 15 anni, quando si è unita all'organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano (Msi), partito creato nel 1946 dai sostenitori di Benito Mussolini.

Laboriosa e piena di grinta, ha presto attirato l'attenzione dell'attivista del partito Fabio Rampelli, che ha organizzato corsi per formare quella che sperava sarebbe stata una nuova generazione di politici conservatori.

"L'idea che ho avuto è stata quella di immaginare una destra di governo che non avesse più nulla a che vedere con il ventennio, con gli anni Trenta diciamo così", ha detto Rampelli, che oggi è vicepresidente della Camera.

"Meloni era bionda, con gli occhi azzurri, piccina, scanzonata e spiritosa. Molto concreta e non ideologica. Aveva tutte le caratteristiche per far fare un salto di livello alla destra italiana".

FIAMME E ANGELI

Con la svolta di Fiuggi del 1995, il Msi venne sciolto e gran parte degli iscritti confluirono nel nuovo partito Alleanza Nazionale, che poi si fuse con Forza Italia per dare vita al Popolo della Libertà (PdL) guidato dall'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.  

In una scommessa politica, nel 2012 Meloni e un contingente di ex-An abbandonarono il Pdl e fondarono Fratelli d'Italia.

Il nuovo partito ha mantenuto la fiamma tricolore, un richiamo al simbolo del Msi, e i media italiani pubblicano ogni tanto fotografie che mostrano cimeli fascisti negli uffici di alcuni esponenti locali di Fratelli d'Italia.

Non ci sono cimeli nostalgici di questo tipo nell'ufficio di Meloni. Ci sono invece statuette di angeli, foto della figlia di 5 anni, set di scacchi, una fotografia di Papa Giovanni Paolo con Madre Teresa e barattoli di penne colorate che usa per prendere appunti meticolosi.

Lei stessa respinge l'idea che il suo partito sia nostalgico dell'epoca fascista. Prende le distanze da un video emerso questo mese che la ritrae da adolescente mentre parla in francese e loda Mussolini, definendolo un "buon politico".

"Ovviamente ora ho un'opinione diversa", ha detto, senza elaborare ulteriormente.

La Meloni paragona il suo partito al Partito Repubblicano statunitense e al Partito Conservatore britannico. Il patriottismo e i valori tradizionali della famiglia sono esaltati, mentre sono criticati il politicamente corretto e le élite globali.

"Sì alle famiglie naturali, no alla lobby LGBT, sì all'identità sessuale, no all'ideologia di genere, sì alla cultura della vita, no all'abisso della morte", ha detto Meloni a giugno in un discorso ai sostenitori del partito di destra spagnolo Vox.

"No alla violenza dell'Islam, sì a frontiere più sicure, no all'immigrazione di massa, sì al lavoro per la nostra gente, no alla grande finanza internazionale", aveva continuato, parlando in spagnolo, alzando progressivamente la voce.

"SOTTOVALUTATA"

Secondo i sondaggisti, il segreto del suo successo è l'apparente rifiuto di scendere a compromessi e la fermezza del suo messaggio.

Mentre l'anno scorso i suoi alleati Salvini e Berlusconi hanno unito le forze con il centro-sinistra per formare un governo di unità sotto la guida di Mario Draghi, Meloni ha rifiutato, affermando che la nomina di un ex banchiere centrale non eletto fosse antidemocratica.

In questo modo Fratelli d'Italia è rimasto il solo tra i maggiori partiti italiani a rimanere all'opposizione consentendo a Meloni di prendere le distanze dalle più impopolari decisioni prese durante l'emergenza Covid.

Meloni è stata cauta in vista delle elezioni, esortando i suoi alleati a non prendere impegni che non possono essere mantenuti e promettendo di essere una mano sicura nella gestione dei fragili conti pubblici italiani.

Ha rassicurato l'establishment italiano, lanciando un messaggio fortemente atlantista e filo-occidentale, promettendo di aumentare la spesa per la difesa e impegnandosi a tenere testa a Russia e Cina. 

"Non sarà la solita Italia 'spaghetti e mandolino' che non si presenta quando la storia lo richiede", ha detto Meloni.

La postura "muscolare" ha attirato inevitabilmente sulla stampa italiana il paragone tra la Meloni e l'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher.

La leader italiana ha giocato su questo aspetto, affermando che una delle sue principali ispirazioni è il filosofo inglese Roger Scruton, che ha dato vigore intellettuale al thatcherismo in Gran Bretagna.

Come la Thatcher, Meloni sarà il primo primo ministro donna del suo paese se dovesse vincere il mese prossimo. Ma non si sofferma su questo aspetto.

È contraria alle quote di genere per aumentare la presenza femminile in Parlamento o nei consigli di amministrazione, sostenendo che le donne devono arrivare ai vertici grazie al merito. Tuttavia, afferma che essere una donna ha i suoi vantaggi in un paese dove domina una cultura "machista" come l'Italia.

"Quando sei una donna sei spesso sottovalutata, ma questo può aiutarti", ha detto.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Stefano Bernabei)