Jamie McGeever, editorialista dei mercati finanziari, dà uno sguardo alla giornata in corso sui mercati asiatici.

L'ombra sui mercati asiatici gettata dal malessere economico della Cina continua ad oscurarsi, ma cominciano ad apparire spiragli di luce: il 'picco della Fed' si sta avvicinando, i rendimenti obbligazionari statunitensi potrebbero essere al top e il dollaro è il più debole da tre settimane.

Queste dinamiche potrebbero intensificarsi nel corso della settimana, se i dati sull'inflazione degli Stati Uniti per il mese di giugno non dovessero superare le aspettative, già molto basse, degli analisti. A parità di condizioni, questo sarebbe un vento di coda per le azioni, le obbligazioni e le valute asiatiche.

Lunedì, diversi funzionari della Fed hanno affermato che i tassi di interesse dovranno aumentare ulteriormente per contenere l'inflazione, ma la fine del ciclo di inasprimento è in vista. Anche un sondaggio della Fed di New York sulle aspettative dei consumatori e dell'inflazione è stato "favorevole al rischio".

Martedì non ci sono eventi economici, politici o aziendali di rilievo nel calendario asiatico, lasciando che gli investitori prendano spunto ancora una volta dalle prospettive dei tassi statunitensi e dalla crescita e dagli stimoli cinesi.

Il sentimento verso le azioni asiatiche negli ultimi mesi è stato per lo più ribassista, con l'eccezione del Giappone, ma una pausa nelle vendite lunedì ha sollevato un po' il buio. Le azioni cinesi e quelle asiatiche più ampie sono salite per la prima volta in quattro sessioni, mentre lo yuan e lo yen si sono rafforzati ai massimi di due settimane rispetto al dollaro.

La scivolata del dollaro raffredderà le speculazioni secondo cui le autorità giapponesi sono pronte ad intervenire per sostenere lo yen, e uno yuan più stabile arresterà la spirale di indebolimento della valuta, i deflussi di capitale e le pressioni sulla banca centrale per intervenire.

Ma gli ultimi dati sull'inflazione della Cina di lunedì sono stati sconfortanti. L'inflazione annuale dei prezzi al consumo a giugno è stata pari a zero e l'inflazione dei prezzi alla produzione è crollata a -5,4%, segnalando la deflazione più pesante dal 2015.

Entrambe le letture sono state inferiori alle aspettative degli economisti, innescando un'ulteriore scivolata dell'indice delle sorprese economiche cinesi di Citi, che ha toccato il minimo da due anni. L'indice è salito solo quattro delle ultime 60 sessioni di trading ed è in calo da 11 settimane di fila, il periodo più lungo di sottoperformance dal 2010.

I titoli bancari cinesi, misurati dall'indice Hang Seng Mainland Banks quotato a Hong Kong, sono scesi per il quinto giorno lunedì, ma un'inversione di tendenza potenzialmente significativa nel settore tecnologico ha contribuito a rafforzare il sentimento azionario più ampio.

Gli analisti ritengono che la multa di quasi 1 miliardo di dollari inflitta dalla Cina ad Ant Group potrebbe mettere una linea di demarcazione ai problemi del gigante fintech, facendo sperare agli investitori che il giro di vite normativo sul più ampio settore tecnologico cinese sia finito.

Il calendario dei dati economici regionali è leggero martedì, con solo la fiducia dei consumatori australiani e il sentimento delle imprese, e i dati commerciali delle Filippine.

Ecco gli sviluppi chiave che potrebbero fornire una maggiore direzione ai mercati martedì:

- Fiducia dei consumatori in Australia (luglio)

- Fiducia delle imprese in Australia (giugno)

- Germania inflazione (giugno, finale)