MILANO (MF-DJ)--L'Occidente ha imposto sanzioni contro il greggio russo, facendo precipitare il conflitto energetico con Mosca in una nuova fase imprevedibile che potrebbe iniettare ulteriore volatilità nei mercati petroliferi globali.

L'Unione europea e il Regno Unito hanno dato il via libera all'embargo del petrolio russo oggi, mentre il continente cerca di porre fine alla sua dipendenza dai combustibili fossili russi dopo che Mosca ha invaso l'Ucraina e usato le forniture di gas naturale come un'arma. L'Ue, gli Stati Uniti e gli alleati del G7 hanno posto un freno alle spedizioni, ai servizi di assicurazione e al finanziamento del greggio russo in qualsiasi parte del mondo.

Le restrizioni sono il primo grande tentativo di frenare le entrate di Mosca derivanti dalla vendita di combustibili fossili, che avevano finora stabilizzato l'economia russa dopo una raffica di sanzioni contro altre industrie. C'è però una scappatoia che consente alle compagnie di facilitare le spedizioni di petrolio russo verso Paesi al di fuori dell'Europa, se il prezzo non supera i 60 dollari al barile.

Questa mossa riflette l'ansia che la Russia, il più grande esportatore mondiale di combustibili grezzi e raffinati, possa mettere a dura prova le forniture energetiche anche se la sua campagna militare in Ucraina vacilla. Il price cap è stato progettato dagli Stati Uniti, dove i funzionari temevano che bloccare completamente le spedizioni russe e i servizi di assicurazione occidentali avrebbe avuto ripercussioni sull'economia americana attraverso l'aumento dei prezzi del petrolio. Il fatto che questo tipo di sanzioni non sia mai stato testato prima rende difficile prevedere l'impatto sui mercati dell'energia.

Il modo in cui la Russia risponderà al price cap è la prima grande incognita. Ieri il vice primo ministro russo, Alexander Novak, ha affermato che il Cremlino sta valutando i modi in cui vietare alle aziende di applicare il tetto massimo, avvertendo che la produzione potrebbe diminuire. "Venderemo petrolio e prodotti petroliferi a quei Paesi che lavoreranno con noi a condizioni di mercato, anche se dovremo ridurre leggermente la produzione", ha dichiarato in un'intervista a un'emittente statale.

I negoziati durati mesi sul livello al quale doveva essere fissato il tetto si sono conclusi venerdì, lasciando commercianti, spedizionieri, raffinatori e assicuratori in bilico fino a giorni prima che le sanzioni entrassero in vigore. La loro diffidenza ha reso difficile per i produttori russi vendere i loro carichi di greggio. I prezzi del petrolio di Mosca sono crollati. Le stime variano a causa della natura sempre più opaca del mercato russo, ma le aziende che valutano i prezzi concordano sul fatto che nell'ultimo mese siano scivolati a livelli inferiori al cap. Argus Media ha detto che il prezzo del greggio Urals esportato da Primorsk sul Baltico è sceso a circa 48 dollari al barile, in calo di un terzo dall'inizio di novembre. S&P Global Commodity Insights ha fissato il prezzo a circa 53,50 dollari al barile. I prezzi non includono il costo dell'assicurazione o della spedizione del greggio, che non è incluso nel limite di 60 dollari al barile.

L'Opec+, l'alleanza tra l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, la Russia e altri produttori, ha riconosciuto lo scenario di instabilità nella riunione di ieri e ha bloccato gli attuali livelli di produzione per avere più tempo per valutare l'effetto sul mercato del price cap.

cos


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December 05, 2022 05:35 ET (10:35 GMT)