LONDRA (Reuters) -Il pagamento delle cedole su due bond russi denominati in dollari è stato eseguito, fugando i timori sulle intenzione e sulle capacità di Mosca di onorare il debito internazionale dopo le dure sanzioni imposte dall'Occidente.

Il fitto calendario dei prossimi pagamenti in agenda manterrà però gli investitori sulle spine.

Il mancato pagamento avrebbe potuto causare il primo default in valuta estera della Russia da oltre un secolo, ed è stato un test fondamentale dopo le sanzioni volte a punire Mosca per l'invasione dell'Ucraina.

Ad ogni modo, il ministero delle Finanze russo ha detto di aver rispettato appieno i suoi obblighi. Alcune fonti coinvolte nel processo a più fasi del pagamento dei 117 milioni di dollari di interessi hanno confermato che i fondi stanno per arrivare ai creditori.

Alcuni investitori europei in bond russi riferiscono di aver ricevuto i pagamenti previsti in dollari, mentre due creditori di Taiwan hanno detto a Reuters che i fondi stanno per essere trasferiti.

"Il pagamento degli interessi di entrambi i bond è stato eseguito", ha detto una fonte vicina al dossier.

Le cedole dovevano essere pagate mercoledì, ma la Russia disponeva di un periodo di grazia di 30 giorni per portare a termine il pagamento, che deve essere effettuato per intero e nella giusta valuta per non determinare insolvenza.

La notizia del pagamento in arrivo ha sollevato i prezzi dei titoli di Stato russi: la scadenza 2043, una delle obbligazioni che staccava la cedola il 16 marzo, è indicata in rialzo a 45/50 centesimi al rendimento di circa 14%, dopo il picco poco sotto 50% - corrispondente a un prezzo di 12 centesimi - toccato l'8 marzo, secondo dati Refinitiv.

Le obbligazioni russe in valuta estera hanno un flottante pari a 40 miliardi di dollari, la metà dei quali sono detenuti da investitori esteri. Non è chiaro se gli obbligazionisti nazionali, che includono alcuni dei maggiori istituti di credito del Paese, abbiano ricevuto i pagamenti.

Tuttavia, i pagamenti di questa settimana sono i primi di una lunga serie che la Russia deve effettuare per mantenere intatta la complessa rete del debito estero.

Il prossimo pagamento è una cedola da 66 milioni di dollari che scade il 21 marzo, anche in questo caso con un periodo di grazia di 30 giorni.

In questo caso, il quadro è complicato da una clausola in base a cui l'emissione, denominata in dollari, prevede che i rimborsi possano avvenire valute alternative come l'euro, la sterlina, il franco svizzero e il rublo.

Tutte le obbligazioni emesse dopo il 2014 - quando la Russia è stata sanzionata per l'annessione della Crimea - prevedono una clausola che ne consente il rimborso in valute alternative.

Per i titoli di Stato collocati dopo il 2018, il rublo è elencato tra le valute alternative.

Secondo l'analista JPMorgan Jonny Goulden, l'attenzione degli investitori deve concentrarsi sui prossimi pagamenti in quanto potrebbero essere trattati in modo diverso "potrebbero essere processati tramite il meccanismo di regolamento russo Nsd o prevedere il rublo come valuta alternativa di pagamento, e il governo russo potrebbe decidere di pagare in rubli".

Mosca deve complessivamente rinmborsare altri 615 milioni di dollari in cedole entro fine marzo, oltre 4,5 miliardi di dollari tra cedole e scadenze entro fine anno.

Il primo importante pagamento è in agenda il 4 aprile, quando scade un'obbligazione da 2 miliardi di dollari.

Sono nel frattempo insorti dubbi sulla provenienza del denaro del pagamento appena effettuato.

(Tradotto da Alice Schillaci, editing Alessia Pé)