ROMA (MF-DJ)--Sarebbe uno sbaglio pensare che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, 'pur nella sua storica importanza, sia solo un insieme di progetti tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi, scadenze'. Ci sono dentro le 'vite degli italiani, le nostre ma soprattutto quelle dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno. Nell'insieme dei programmi che oggi presento alla vostra attenzione, c'è anche e soprattutto il destino del Paese. La misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale. La sua credibilità e reputazione come fondatore dell'Unione europea e protagonista del mondo occidentale'.

Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante l'informativa alla Camera sul Pnrr spiegando che il Piano 'non è solo una questione di reddito, lavoro, benessere, ma anche di valori civili, di sentimenti della nostra comunità nazionale che nessun numero, nessuna tabella potranno mai rappresentare'. Nel realizzare i progetti, 'ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune - ha avvertito il premier- peseranno direttamente sulle nostre vite. Soprattutto su quelle dei cittadini più deboli e sui nostri figli e nipoti. E forse non vi sarà più il tempo per porvi rimedio'. Draghi ha poi citato una dichiarazione fatta da Alcide De Gasperi nel 1943: "Vero è che il funzionamento della democrazia economica esige disinteresse, come quello della democrazia politica suppone la virtù del carattere. L'opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune". A noi l'onere e l'onore di preparare nel modo migliore l'Italia di domani', ha sottolineato il premier. La buona riuscita del Piano, ha continuato, richiede uno 'sforzo corale' delle diverse istituzioni coinvolte e un 'dialogo aperto e costruttivo'.

Il Pnrr, ha precisato, ha tre obiettivi principali. Il primo, con un orizzonte temporale ravvicinato, risiede nel riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica. La pandemia ci ha colpito più dei nostri vicini europei e 'l'impatto si è sentito soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione. Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3 al 7,7%, per poi aumentare fino al 9,4% nel 2020. Ancora una volta ad essere particolarmente colpiti sono stati donne e giovani e ancora una volta soprattutto nel Mezzogiorno'. Con una prospettiva più di medio-lungo termine, il Piano affronta alcune 'debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico'. Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica.

Il Piano è articolato in progetti di investimento e riforme. L'accento sulle riforme è 'fondamentale'. Le riforme e gli investimenti sono corredati da obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e sono organizzate in sei Missioni. I progetti di ciascuna missione mirano ad affrontare tre nodi strutturali del nostro Paese, che costituiscono obiettivi orizzontali dell'intero Piano. Si tratta di colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali.

Nel complesso, con il Pnrr, si può disporre di circa 248 miliardi di euro. Le risorse fornite attraverso il dispositivo di ripresa e resilienza della Ue sono pari a 191,5 miliardi. Il governo ha deciso di stanziare ulteriori 30,6 miliardi per il finanziamento di un Piano nazionale complementare da affiancare al dispositivo europeo. Sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche. Queste includono la linea ferroviaria ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria - che diventerà una vera alta velocità - e l'attraversamento di Vicenza relativo alla linea ad Alta Velocità Milano-Venezia. È poi previsto il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, utilizzate nell'ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi. A queste risorse, si aggiungono poi quelle rese disponibili dal programma React-Eu che, come previsto dalla normativa Ue, vengono spese negli anni 2021-2023: si tratta di altri fondi per ulteriori 13 miliardi. La quota dei progetti verdi è pari al 40% del totale, quella dei progetti digitali il 27%. Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40%. C'è una forte attenzione all'inclusione di genere e al sostegno per i giovani.

Il Piano ha effetti significativi sulle principali variabili economiche. Nel 2026 il Pil sarà di circa 3,6 punti percentuali superiore rispetto a uno scenario di riferimento che non tiene conto dell'attuazione del Piano. Ne beneficia anche l'occupazione che sarà più elevata, di 3,2 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio 2024-2026. Queste stime ipotizzano un'elevata efficienza degli investimenti pubblici effettuati, ma non quantificano l'ulteriore impulso che potrà derivare dalle riforme previste dal Piano e per quanto riguarda l'occupazione femminile e giovanile non tiene conto della clausola di condizionalità trasversale a tutto il Piano. L'accelerazione della crescita può essere superiore a quanto riportato nel Pnrr se 'riusciamo ad attuare riforme efficaci e mirate a migliorare la competitività della nostra economia'.

Il governo del Piano è strutturato su diversi livelli. L'attuazione delle iniziative e delle riforme e la gestione delle risorse finanziarie, sono responsabilità dei Ministeri e le autorità locali, che sono chiamati a uno 'straordinario impegno' in termini di organizzazione, programmazione e gestione. Le funzioni di monitoraggio, controllo e rendicontazione e i contatti con la Commissione Ue sono affidati al Mef. E' poi prevista una cabina di regia presso la presidenza del Consiglio; Regioni ed enti locali sono responsabili della realizzazione di quasi 90 miliardi di investimenti, circa il 40% del totale.

La prima Missione riguarda i temi della Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura alla quale sono destinati quasi 50 miliardi. L'obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l'innovazione del sistema produttivo del Paese. Una particolare attenzione va poi a turismo e cultura. Per rilanciare questi due settori chiave per l'Italia, una prima linea di azione riguarda interventi di valorizzazione di siti storici e culturali, volti a migliorare la capacità attrattiva, la sicurezza e l'accessibilità dei luoghi.

La seconda Missione, denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, si occupa dei grandi temi dell'agricoltura sostenibile, dell'economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell'efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell'inquinamento. La missione migliora la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero. La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua tra le 6 proposte (quasi 70 miliardi). La Missione prevede misure per migliorare la gestione dei rifiuti e per l'economia circolare, rafforza le infrastrutture per la raccolta differenziata, e ammoderna o sviluppa nuovi impianti di trattamento rifiuti. Vi è un significativo sforzo per promuovere l'efficientamento energetico di edifici pubblici e privati. Per il Superbonus al 110% sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c'è alcun taglio, ha puntualizzato Draghi. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari (Iacp). Per il futuro, il governo si impegna a inserire nella manovra per il 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e sicurezza degli edifici.

La Missione 3 dispone di oltre 31 mld per una serie di investimenti finalizzati allo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa. Gran parte delle risorse è destinata all'ammodernamento e al potenziamento della rete ferroviaria. Si prevede il completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità (per una spesa stimata in 13,2 miliardi), l'integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e la messa in sicurezza dell'intera rete. Vi sono poi interventi per la digitalizzazione del sistema della logistica, per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti, e misure per innalzare la competitività, capacità e produttività dei porti italiani.

Alla Missione 4, Istruzione e Ricerca, che incide su fattori indispensabili per un'economia basata sulla conoscenza, sono destinati 32 mld. Oltre ai loro risvolti benefici sulla crescita, tali fattori sono determinanti anche per l'inclusione e l'equità. Gli interventi principali riguardano il miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione, a partire dal rafforzamento dell'offerta di asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia; lo sviluppo e il rafforzamento dell'istruzione professionalizzante; i processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti; il potenziamento e l'ammodernamento delle infrastrutture scolastiche.

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April 26, 2021 13:01 ET (17:01 GMT)