ROMA (MF-DJ)--Il Governo continuerà a "difendere il potere di acquisto delle famiglie e la competitività delle imprese" colpite dal caro-energia e dalle conseguenze del conflitto in Ucraina e, anche in un quadro di "politica di bilancio prudente", non rinuncerà a "sostenere l'economia ora, nell'emergenza".

Lo ha assicurato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rispondendo a diverse interrogazioni nel corso del question time alla Camera.

"Seguiamo con grande attenzione le conseguenze della crisi

sull'economia - ha affermato - siamo molto attenti all'aumento del prezzo dell'energia e alla disponibilità delle materie prime. Purtroppo il Governo non può fermare questi eventi ma dobbiamo muoverci con rapidità e decisione, come abbiamo già fatto e continueremo a fare, per difendere il potere di acquisto delle famiglie e la competitività delle nostre imprese, anche la sopravvivenza delle nostre imprese".

Per quanto riguarda l'energia, Draghi ha ricordato i "16 miliardi di euro" di sostegno "che è previsto duri fino al secondo trimestre di quest'anno. Abbiamo previsto l'azzeramento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le imprese e l'abbassamento dell'Iva al 5% per le utenze del gas". Tuttavia "questo non è sufficiente. Ce lo dicono le imprese, la gente", quindi "dobbiamo lavorare anche su altre cose", a partire dall'aumento della produzione da fonti rinnovabili. Su questo Draghi ha chiesto "la collaborazione di tutti. E' cambiato il contesto, e certe considerazioni di tipo autorizzativo che magari erano giustificate in un contesto normale non lo sono più in questo momento di emergenza. La transizione non è soltanto approvvigionarsi in più di gas, ma è anche capire che bisogna sospendere certe norme in un periodo di guerra".

Il Governo sta lavorando per "ridurre la nostra dipendenza dal gas russo in tempi rapidi", una dipendenza aumentata molto "negli ultimi 10-15 anni. Quello che è straordinario è che è aumentata fortemente anche dopo l'invasione della Crimea. Questo dimostra non solo una sottovalutazione del problema energetico, ma anche una sottovalutazione di politica estera".

Draghi ha poi ricordato l'impegno dell'Italia sulle sanzioni alla Russia: "Naturalmente questo impegno deve essere idealmente uguale a quello che mettiamo e metteremo per aiutare famiglie e imprese in questa situazione. Le sanzioni, come prevedibile, non dureranno poco. Quindi per poter durare devono essere sostenibili, altrimenti ci si trova in grande difficoltà. Noi non abbiamo alcuna intenzione di derogare alla nostra politica delle sanzioni", ma "allo stesso tempo dobbiamo fare di tutto per renderle sostenibili al nostro interno. C'è ancora molto da fare per analizzare le conseguenze. L'inflazione è aumentata, la crescita, come ha detto il commissario Gentiloni, certamente verrà indebolita da questa situazione. Le prime valutazioni, molto preliminari, ci saranno con la predisposizione del Def. Vogliamo mantenere una politica di bilancio prudente, che non implichi nuove rilevanti misure permanenti di spesa corrente, che allo stesso tempo contenga tutti gli interventi necessario al sostegno dell'economia ora, nell'emergenza".

Inoltre, Draghi ha affermato di essere al lavoro "in sede Ue per chiedere alla Commissione misure che aiutino ad affrontare l'emergenza del prezzo dell'energia".

E' stata inoltre ricordata la ricerca sul nucleare: "L'impegno tecnico ed economico è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l'unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile".

"La strategia europea per l'energia da fusione - ha aggiunto Draghi - è sviluppata dal Consorzio Eurofusion, che gestisce fondi Euratom pari a oltre 500 milioni di euro per il periodo tra il 2021 e il 2025. Questo consorzio prevede l'entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-28. L'Italia è uno dei principali membri del Consorzio ed è presente con università, istituti di ricerca e industrie, sotto il

coordinamento dell'Enea".

Draghi ha poi definito "prematuro" ipotizzare una modifica al Pnrr: "gli Stati membri possono chiedere modifiche dei Piani nazionali in presenza di situazioni oggettive che mettano a rischio il conseguimento dei relativi obiettivi", ma "si tratta di un'evenienza eccezionale che richiede un nuovo processo negoziale con le Autorità europee che è ancora prematuro prospettare in questa fase". Il Governo, ha ribadito, "pone tutta la sua attenzione alla realizzazione del Pnrr e all'impatto dei costi dell'energia e delle materie prime sulla nostra economia".

In questa situazione "molte regole che ci hanno accompagnato negli ultimi anni oggi devono essere rilette", a partire dalle regole di bilancio europee: "Ho detto, molto tempo prima della crisi in Ucraina, che queste regole di bilancio erano in generale inadeguati. Quindi questa considerazione vale ancora di più oggi".

rov


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March 09, 2022 12:02 ET (17:02 GMT)