ROMA (MF-DJ)--Il vertice di sabato ad Arcore tra Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini ha diradato, sebbene di poco, le nubi che si erano create intorno alla formazione del nuovo esecutivo. Qualche nome ha iniziato a riempire le caselle giuste, ma i nodi restano tanti.

L'obiettivo di Meloni è quello di arrivare entro mercoledì ad una squadra di ministri, ma se le trattative con gli alleati non dovessero centrare l'obiettivo, sarà lei a prendere le decisioni finali. Dal canto suo la Lega continua a reclamare il Viminale, mentre Silvio Berlusconi pretende un ministero di prima fascia per Licia Ronzulli. Due richieste che difficilmente Meloni accoglierà. Come se non bastasse, poi, Lega e Forza Italia hanno entrambe messo gli occhi sulle Infrastrutture e le Riforme. Il vero problema, tuttavia, è rappresentato dall'Economia dove manca un vero candidato. La premier in pectore non considera del tutto chiusa la partita che porta a Fabio Panetta, ma vista la contrarietà del membro della Bce, bisogna ragionare su altri nomi disponibili. Nella rosa di tecnici figurano Domenico Siniscalco, Dario Scannapieco (che molto difficilmente lascerà Cassa depositi e prestiti) e Ignazio Visco. Meloni, durante il vertice di Arcore, avrebbe aperto alla possibilità di mandare Giorgetti a via XX Settembre, ma l'ipotesi resta sul tavolo perchè appare complicata.

Per superare gli ostacoli i tre leader di partito potrebbero tornare a vedersi a breve, probabilmente mercoledì, il giorno prima della seduta inaugurale del Parlamento. Come noto, infatti, giovedì e venerdì si riuniranno le Aule di Camera e Senato proprio per eleggere i rispettivi presidenti. Anche qui, però, manca ancora l'accordo sui nomi. A palazzo Madama il nome oggi piú forte è quello di Ignazio la Russa, appartenente

al partito di maggioranza. Se alla Lega spettasse la presidenza della

Camera, invece, i concorrenti sarebbero due: Giancarlo Giorgetti e il capogruppo Riccardo Molinari. Entrambi, però, manifestano distanza dalla questione.

C'è poi il capitolo Giustizia. Elisabetta Casellati non gode proprio di ottima considerazione, né dentro Forza Italia né in FdI. Più spendibile, se il ministero dovesse andare al partito di Berlusconi, il nome di Francesco Paolo Sisto. Da registrare le quotazioni in risalita di Carlo Nordio, versante FdI. Al momento Forza Italia potrebbe finire a guidare due ministeri di peso: quello della Giustizia e gli Esteri, dove Antonio Tajani è dato praticamente per certo.

Per l'Interno, nonostante il pressing di Salvini, il profilo è ancora quello di un tecnico, e il nome resta quello di Matteo Piantedosi, prefetto di Roma. Il leader della Lega, però, insiste per rivendicare il dicastero per il suo partito e Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno, potrebbe fare il grande salto. Salutato il Viminale, Salvini si troverebbe a un bivio, con la possibilità di scegliere: Infrastrutture (ma c'è anche Edoardo Rixi) o Agricoltura. Per quest' ultimo la soluzione potrebbe essere un ritorno di Gian Marco Centinaio.

Alla Difesa, invece, crescono le quotazioni di un esponente di via della Scrofa: Cirielli, Urso, Crosetto. All'Istruzione potrebbe invece finire Anna Maria Bernini, anche se nei corridoi del ministero circola negli ultimissi giorni il nome di Lucia Borgonzoni. Per l'Università e ricerca c'è l'ipotesi di Giuseppe Valditara. Agli Affari europei Raffaele Fitto, mentre Nello Musumeci, ex presidente della Regione Sicilia, al dicastero del Mezzogiorno.

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1011:00 ott 2022


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October 10, 2022 05:00 ET (09:00 GMT)