BRASILIA (awp/ats/ans) - Nuove tensioni, in Brasile, tra governo e Banca centrale, dopo la decisione di quest'ultima di mantenere il tasso di interesse di riferimento (Selic) al 10,50%, ignorando le pressioni del presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva, affinché continuasse la serie di tagli del costo del denaro iniziata ad agosto 2023, quando il Selic era al 13,75%.

Per il ministro delle Finanze, Fernando Haddad, la misura presa la notte scorsa dal Comitato di politica monetaria (Copom) della Banca centrale non dovrebbe comunque incidere sulla crescita economica, stimata al 2,5% nel 2024.

"L'economia crescerà, genererà posti di lavoro, siamo sulla strada giusta", ha dichiarato Haddad.

La scelta di mantenere invariato il tasso Selic, confermando le proiezioni di mercato. è stata però criticata dalla Confederazione nazionale dell'industria (Cni), che l'ha definita "inadeguata ed eccessivamente conservatrice", con possibili ricadute "negative" sull'attività economica. Mentre per il capogruppo del governo alla Camera dei deputati, José Guimaraes, il mantenimento del Selic al 10,50% è "un sabotaggio" contro l'attuale esecutivo.