Lo hanno riferito alcuni diplomatici.

La settimana scorsa il G7 ha proposto un tetto massimo di 65-70 dollari al barile sul petrolio russo, allo scopo di ridurre le entrate di Mosca e la capacità di finanziare la guerra in Ucraina. Il tetto, se concordato, entrerà in vigore dal 5 dicembre.

La Polonia, la Lituania e l'Estonia non hanno appoggiato la proposta di applicare un tetto a questa soglia, sostenendo che il greggio russo degli Urali è già scambiato a prezzi più bassi e che quindi il tetto sarebbe stato inefficace.

"Il nuovo livello in discussione è ora di 60 dollari al barile, ma i colloqui vanno avanti", ha detto un diplomatico dell'Ue a conoscenza delle discussioni. Altri due diplomatici hanno confermato la proposta di un livello di 60 dollari, sottolineando che è stato ancora raggiunto un accordo.

I tre Paesi insistono inoltre sulla necessità di rivedere regolarmente il tetto dei prezzi per adeguarsi alle mutevoli condizioni di mercato e geopolitiche e, secondo i diplomatici, i rappresentanti dei governi dell'Ue stavano discutendo di programmare una revisione ogni due mesi.

Polonia, Lituania ed Estonia vorrebbero anche che il price cap del G7, che sostituirebbe il più severo divieto dell'Ue di acquistare greggio russo via mare concordato a maggio, sia accompagnato da un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina.

Le sanzioni comprenderebbero l'aggiunta di altri individui russi all'elenco delle persone che non possono entrare nell'Ue e i cui beni dell'Ue verrebbero congelati, il divieto per altri media russi controllati dallo Stato di trasmettere in Europa, la disconnessione di altre banche russe dal sistema globale di pagamenti Swift e l'imposizione di restrizioni all'esportazione di un maggior numero di prodotti dell'Ue che la Russia potrebbe utilizzare sia a scopi civili che militari.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato la scorsa settimana che l'esecutivo dell'Ue "sta lavorando a pieno ritmo su un nono pacchetto di sanzioni".

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)