MILANO (MF-DJ)--La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione contro la Polonia a causa delle gravi preoccupazioni nei confronti del Tribunale costituzionale polacco e della sua recente giurisprudenza. La Corte Costituzionale, nelle sue sentenze del 14 luglio 2021 e del 7 ottobre 2021, ha ritenuto le disposizioni dei Trattati Ue incompatibili con la Costituzione polacca, contestando espressamente il primato del diritto dell'Ue. La Polonia dispone di due mesi per rispondere alla lettera di costituzione in mora.

La Commissione, spiega una nota, ritiene che tali pronunce del Tribunale costituzionale violino i principi generali di autonomia, primazia, efficacia e applicazione uniforme del diritto dell'Unione e l'efficacia vincolante delle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea. In particolare, con sentenza di luglio, la Corte Costituzionale ha negato l'efficacia vincolante delle eventuali ordinanze cautelari della Corte di giustizia emesse ai sensi dell'articolo 279 TFUE per garantire l'effettivo controllo giurisdizionale da parte di un tribunale indipendente e imparziale istituito dalla legge.

Nella sentenza di ottobre, il Tribunale costituzionale ha violato gli obblighi derivanti dal diritto dell'Ue ritenendo incostituzionale - e quindi priva di effetti nell'ordinamento giuridico polacco - l'interpretazione data dalla Corte di giustizia dell'articolo 19, paragrafo 1, TUE secondo cui un giudice nazionale può invocare esaminare la legittimità della procedura di nomina di un giudice e pronunciarsi su eventuali irregolarità nel processo di nomina per verificare se tale giudice, o il tribunale presso il quale il giudice si pronuncia, soddisfa i requisiti dell'articolo 19, paragrafo 1, TUE.

Inoltre, la Commissione ritiene che tali pronunce violino l'articolo 19, paragrafo 1, TUE, che garantisce il diritto a una tutela giurisdizionale effettiva, dandone un'interpretazione indebitamente restrittiva. In tal modo, priva i singoli dinanzi ai giudici polacchi delle piene garanzie previste da tale disposizione.

Infine, la Commissione nutre seri dubbi sull'indipendenza e l'imparzialità del Tribunale costituzionale e ritiene che esso non soddisfi più i requisiti di un tribunale precedentemente istituito dalla legge, come previsto dall'articolo 19, paragrafo 1, TUE. Come evidenziato anche dalla Commissione nella sua proposta motivata ai sensi dell'articolo 7, paragrafo 1, TUE del 2017 e come ritenuto dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nella sua sentenza del 7 maggio 2021, il processo di nomina da parte del Tribunale costituzionale di tre giudici a dicembre 2015 si è verificato in violazione delle norme fondamentali che costituiscono parte integrante dell'istituzione e del funzionamento del sistema di controllo costituzionale in Polonia.

La gravità di tale violazione fa sorgere negli animi dei singoli un ragionevole dubbio circa l'indipendenza e l'imparzialità dei giudici interessati. Ciò è dimostrato anche da altre irregolarità e carenze come l'elezione del presidente e del vicepresidente della Corte costituzionale, che hanno sollevato serie preoccupazioni sull'imparzialità dei giudici della Corte costituzionale nella gestione dei singoli casi. Il Tribunale costituzionale è chiamato a pronunciarsi su questioni relative all'applicazione o all'interpretazione del diritto dell'Unione ma la Commissione ritiene che non può più garantire una tutela giurisdizionale effettiva da parte di un tribunale indipendente e imparziale precedentemente istituito dalla legge, come richiesto dall'articolo 19 (1) TUE, nei settori disciplinati dal diritto dell'Unione.

cos

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December 22, 2021 07:03 ET (12:03 GMT)