Fondata dal carismatico Paul B. MacCready, che nel frattempo è scomparso, AeroVironment ha pubblicato ieri dei risultati trimestrali sorprendenti. Negli ultimi tre mesi il fatturato ha raggiunto i 152 milioni di dollari, con un aumento del 40,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; l'utile operativo ha toccato i 26,4 milioni di dollari.

Allo stesso tempo, il libro ordini ha raggiunto la cifra record di 540 milioni di dollari. Come sappiamo, quasi tutti i Paesi della NATO e i loro stretti alleati nella regione Asia-Pacifico hanno aumentato i loro budget per la difesa, a causa della guerra in corso in Ucraina e delle tensioni nei rapporti con la Cina.

Le due principali categorie di prodotti sviluppati da AeroVironment sono naturalmente molto richieste in Europa orientale: i droni leggeri - che rappresentano i due terzi delle vendite - sono economici e facili da usare e si sono affermati come strumenti essenziali per la ricognizione sul campo di battaglia.

Il conflitto ucraino ha visto anche l'uso intensivo di munizioni vaganti - che rappresenteranno presto un quarto delle vendite - anche note come "droni kamikaze". Queste armi formidabili sono poco costose, facili da impiegare e in grado di mettere fuori combattimento i veicoli blindati pesanti.

Nel lungo periodo, cioè nell'ultimo decennio dal 2013 al 2023, AeroVironment ha raddoppiato il proprio fatturato; il suo tasso di crescita a due cifre è quindi una novità, legata all'attuale situazione geopolitica.

In particolare, l'azienda ha aumentato il numero di piccole acquisizioni, ma sempre sulla base di una solida ortodossia finanziaria: la sua crescita esterna è stata principalmente autofinanziata, con un ricorso molto limitato al debito e un solo aumento di capitale - quest'anno, per l'acquisizione di Tomahawk Robotics.

Ecco perché il suo bilancio è perfettamente solido, con liquidità e crediti commerciali che coprono da soli tutte le passività, oltre a un capitale di esercizio che è comodamente finanziato per far fronte a un picco di nuovi ordini.

La valutazione tradizionale del gruppo riflette i suoi precedenti e la sua gestione esemplare, attestandosi intorno a x30 di EBITDA negli ultimi dieci anni. Ma nonostante le recenti buone notizie, AeroVironment è attualmente valutata a x24 di EBITDA nell'ultimo anno fiscale per il prossimo anno la valutazione prevista è inferiore a x20 di EBITDA.

Tutto questo in un settore che presenta, non dimentichiamolo, elevate barriere all'ingresso, un appetito insaziabile da parte di investitori istituzionali e strategici e, ovviamente, promettenti prospettive di crescita nel lungo termine.