MILANO (MF-DJ)--Dopo giorni di indiscrezioni la Fondazione Crt ha sciolto le riserve e ha aderito con la propria quota del 1,232% in Generali Ass. al patto di consultazione fra Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio.

L'annuncio è arrivato sabato mattina, a distanza di una settimana dall'annuncio del patto, e la Consob, come anticipato da MF-Milano Finanza, ha acceso un faro e monitora attentamente i movimenti sulla prima compagnia italiana. Con l'arrivo dell'ente torinese, nonchè con gli ultimi acquisti dei due grandi soci privati della compagnia assicurativa, l'accordo parasociale che punta a rivedere la strategia di Generali, accelerando su profittabilitá e m&a e sostituendo il ceo Philippe Donnet, sale al 12,334% del capitale.

Quota ormai decisamente vicina al 12,9% in mano a Mediobanca, da sempre socio di riferimento del Leone che, in vista del rinnovo della governance della compagnia previsto per la prossima primavera, spinge invece per la riconferma di Donnet. A monitorare la situazione, come anticipato da MF-Milano Finanza, ci sono le autoritá di controllo, a partire appunto da Consob, che sugli schieramenti degli azionisti ha acceso un faro, Ivass, l'istituto di controllo del settore assicurativo, e Bankitalia, che svolge un ruolo di regista di tutti i controlli, come può rivelare milanofinanza.it, e che può riferire delle evoluzioni alla Banca Centrale Europea, l'istituto che ha autorizzato inizialmente Mr Luxottica a salire in Piazzetta Cuccia.

Ad aderire al patto di Del Vecchio-Caltagirone potrebbe essere anche Benetton, che in mano ha un'ulteriore quota del 3,9%. Mentre a Mediobanca dovrebbero restare fedeli i Boroli-Drago, che oggi hanno l'1,7% del capitale e un rappresentante nel board nella persona di Lorenzo Pellicioli, intenzionato però a lasciare la compagnia a fine mandato.

Se è vero che i patti di consultazione sono legittimi, e la mossa di Del Vecchio- Caltagirone va proprio nella direzione di una maggiore trasparenza verso il mercato, anche al fine di evitare ogni possibile rischio di concerto, vanno comunicati al pubblico correttamente. Alla luce del fatto che Del Vecchio, anche se investitori finanziario, ha una quota di Mediobanca del 19%, con Caltagirone che ha opzionato il 5%. Da qui la mossa di Consob, che venerdì 17 ha chiesto ulteriori integrazioni ai pattisti, che hanno specificato che "per effetto del patto nessun soggetto acquisirá il controllo, di fatto o di diritto di Generali" e poi la decisione di Crt di aggiungersi. Mentre in Mediobanca continuano a ribadire la volontá di proporre una lista del consiglio, cosi come previsto dallo statuto, ma la situazione è in fase di stallo.

In settimana si terrá una nuova riunione del comitato nomine di Generali, prima del cda del prossimo 27 settembre, chiamato appunto a decidere sulla eventuale messa a punto di una lista del cda. Una prima riunione informale dei consiglieri non esecutivi (in pratica tutti tranne Donnet), si è giá tenuta a inizio settimana e ha delineato la netta spaccatura dei consiglieri (con tre voti contrari e un astenuto su 12 votanti). Anche il successivo comitato nomine di giovedì 16 si è chiuso con un nulla di fatto. Si trattava solo di questioni procedurali, per preparare il parere per il consiglio che a sua volta dovrá imbastire il lavoro per l'eventuale lista del cda. Ma tra i temi che hanno comportato il rinvio è anche emerso il ruolo che dovrá assumere l'attuale presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola, con un focus aperto sul fronte dell'indipendenza. Questioni che le autoritá monitorano con molta attenzione, non solo Consob. Anche Ivass ha competenze primarie sulla materia e le due autoritá sono pronte a coordinarsi. Con Palazzo Koch silenzioso coordinatore.

fch

(END) Dow Jones Newswires

September 20, 2021 05:00 ET (09:00 GMT)