MILANO (MF-DJ)--E' frammentazione il nuovo 'name of the game' sui

mercati con il listino di Piazza Affari (-5,17% il Ftse Mib) che ha risentito del tonfo del comparto bancario dopo gli ultimi annunci della Banca Centrale Europa.

A Milano nessun segno più tra i titoli a grande capitalizzazione e ondata di vendite appunto sulle banche. In forte discesa Bper (-12,92%) che ha pagato anche un sell on news dopo i recenti rialzi in vista della presentazione del piano di oggi. Giù pure Banco Bpm (-12,05%), Intesa Sanpaolo (-7,38%), Mediobanca (-6,59%), Unicredit (-9,1%).

La Bce falco di ieri infatti mette paura all'azionario, non solo perchè indica un percorso dei tassi potenzialmente piú aggressivo, ma anche perchè non parla di uno scudo sullo spread e dunque dá il lá alle paure del mercato su un impatto ben diverso del restringimento monetario tra i vari Paesi dell'Eurozona. Un problema in piú per la Bce, che le altre banche centrali non devono affrontare e che mette benzina alla corsa dello spread sul Btp/Bund.

Ieri la Bce ha indicato un aumento dei tassi da 25 punti base a luglio, senza fornire dettagli su futuri programmi per prevenire i rischi di frammentazione all'interno dell'Eurozona come conseguenza di condizioni monetarie piú restrittive. In sostanza, nessuna indicazione chiara su uno scudo anti-spread, come invece ipotizzato dalla stampa nelle scorse settimane.

In generale, i timori del mercato sono catalizzati dal fatto che l'inasprimento monetario a livello globale per combattere l'inflazione possa rallentare la crescita, giá condizionata, come evidenziato dal taglio delle stime di Banca Mondiale e Ocse negli ultimi giorni, dalle conseguenze della guerra in Ucraina. La palla passa ora alla Fed, che ha giá alzato i tassi di 50 pb nell'ultimo meeting e che è attesa rialzarli nuovamente la settimana prossima.

Fa riflettere, intanto, che Jens Eisenschmidt, adesso capo della European economic coverage di Morgan Stanley ma fino a pochi mesi fa membro della strategy unit della Bce sulla politica monetaria e per 14 anni economista della banca centrale, veda ora un rialzo dei tassi da 50 punti base da parte della Bce a settembre e un ulteriore aumento da 25 pb a ottobre, dopo che la banca centrale europea ha chiarito che i rischi di inflazione sono molto piú elevati di quelli sulla crescita.

Anche Jp Morgan ha cambiato le sue attese sul percorso di rialzo dei tassi nell'Eurozona. Nel dettaglio, JpM vede ora incrementi per 125 punti base quest'anno (dai precedenti 75 pb) e per altri 100 pb il prossimo anno. "Una grande discontinuitá nel pensiero della Bce ci spinge a cambiare le nostre stime", spiegano gli analisti.

"Dati i rischi al rialzo per l'inflazione, lo spostamento del Consiglio verso una posizione piú aggressiva pone rischi al rialzo per le nostre previsioni di un aumento complessivo dei tassi pari a 100 bp entro la fine dell'anno", segnala Wolburg, senior economist di Generali Investments.

I modelli "previsionali hanno fallito nell'assistere le decisioni della Bce, che ora si trova a dover rincorrere un'inflazione che galoppa. La risposta, presa all'unanimitá dal collegio, sará la fine del Quantitative easing il primo luglio e un primo rialzo dei tassi di 25 punti base nella riunione di luglio. Il successivo ritocco potrebbe essere a settembre, ma la sua entitá dipenderá dall'andamento dei prezzi. Il primo passo di un importante percorso, queste le parole utilizzate dalla Lagarde durante la conferenza", sottolinea Gabriel Debach, market analyst di eToro.

"Per la prima volta dal luglio 2011, la Bce torna quindi a parlare di aumento dei tassi di interesse. Allora, il presidente in carica della Bce era Jean-Claude Trichet il quale, nonostante la crisi del debito della zona euro (ci ricordiamo i cosiddetti Pigs) aveva innalzato il tasso di riferimento all'1,5% per combattere un'inflazione che si avvicinava pericolosamente alla soglia del 2,5%. Le conseguenze sono note, soprattutto per la crisi dei debiti periferici che si sono susseguiti. Anche ora le preoccupazioni dei mercati sono le stesse: la frammentazione. Parola quest'ultima che fa riferimento al timore che quando la Bce inasprisce o allenta la politica monetaria, gli effetti non siano percepiti allo stesso modo in tutte le 19 nazioni che compongono l'Eurozona - un fenomeno potenzialmente destabilizzante e di cui le altre banche centrali in genere non devono preoccuparsi", evidenzia l'esperto.

Infatti, "nonostante le parole a sostegno della difesa sui titoli periferici e di un'adeguata trasmissione della politica monetaria nell'intero sistema, i mercati non sembrano essere stati rassicurati" e lo spread Btp/Bund continua a salire, segnala l'analista.

"Nel complesso, la Bce è apparsa molto decisa a combattere l'incremento delle aspettative di inflazione, sará tuttavia importante valutare i rischi di questa scelta che potrebbe aumentare l'incertezza sulla crescita economica ristabilita dopo l'uscita della pandemia", commenta Equita Sim.

pl/fus


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June 10, 2022 12:02 ET (16:02 GMT)