MILANO (Reuters) - Le aziende delle telecomunicazioni in Italia continuano a registrare un trend discendente dei ricavi in un contesto competitivo che, combinato con le spinte inflazionistiche, mette a rischio la sostenibilità finanziaria del settore.

Nella prima metà dell'anno in corso i ricavi domestici dei principali operatori di tlc operanti in Italia hanno subito una contrazione del 4,6%.

Le attività italiane di Tim hanno perso il 7,5% del fatturato, mentre i ricavi di Wind Tre hanno segnato una flessione del 6,1% e quelli di Vodafone del 2,5%.

Tendenza opposta per Iliad, entrata sul mercato italiano nel 2018, e che nei primi sei mesi di quest'anno ha segnato una crescita dei ricavi del 15,4%. In rialzo anche PosteMobile (+3,3%) e Fastweb (+1,5%).

Nel complesso, il giro di affari del settore in Italia - si legge - è diminuito di oltre 14 miliardi tra il 2010 e il 2021, a fronte di un calo delle tariffe telefoniche del 20,5% rispetto ad una discesa media del 4,9% a livello europeo.

"Le forti spinte inflazionistiche mettono sotto pressione la sostenibilità finanziaria di un settore energivoro, soprattutto nei mercati più frammentati e competitivi come quello italiano", si legge nel comunicato che accompagna l'indagine.

Il calo del giro di affari, unito al rialzo dei costi, ha portato un deterioramento della redditività dei principali operatori italiani rispetto a quello dei principali gruppi mondiali.

Nel dettaglio, l'ebit margin del mercato italiano è sceso al 3,3% nel 2021 dal 13,5% del 2017, mentre i principali gruppi mondiali hanno registrato un ebit margin del 15,9%, contro il 14,2% registrato cinque anni prima.

In questo quadro, il primo e unico segnale tangibile di consolidamento finora - viene osservato - è stato quello che ha visto Tiscali e Linkem unire le forze nell'agosto 2022.

(Elvira Pollina)