I risultati sono stati accolti molto bene dal mercato, e per una buona ragione: il fatturato è aumentato del 19% e il flusso di cassa libero — o free cash-flow — del 36% rispetto al 2023, mentre la leva finanziaria è diminuita in modo significativo.

La crescita organica ha raggiunto l'8%. Si tratta di un valore nettamente inferiore a quello dello scorso anno, ma ricordiamo che quella performance si basava su un'eccezionale ripresa economica post-pandemia: la base di paragone non è quindi del tutto legittima.

Diploma è uno dei pochi "roll-ups" — ovvero un acquirente seriale — di successo. Tutti i suoi profitti sono stati reinvestiti in una strategia di crescita esterna ben eseguita, senza ricorrere eccessivamente ad aumenti di capitale o alla leva finanziaria.

Negli ultimi quindici anni, le vendite e gli utili del gruppo sono cresciuti in media del 15% all'anno. Di conseguenza, la sua capitalizzazione di mercato è aumentata di oltre dieci volte in questo periodo.

Ma non tutto è perfetto: negli ultimi quattro anni la redditività è diminuita drasticamente, mentre gli utili per azione sono rimasti stagnanti. Senza dubbio la legge dei grandi numeri renderà il prossimo decennio più complicato del precedente, in quanto sarà probabilmente più difficile rendere redditizie le grandi acquisizioni.

Questi fattori non sono sfuggiti all'attenzione del mercato, che ha riadattato la valutazione del gruppo a x18 il suo utile operativo, in linea con la media decennale. Il management, del resto, sembra ritenere che ciò sia corretto, dal momento che a marzo ha effettuato un aumento di capitale agli stessi livelli di tre anni fa.