AMSTERDAM (Reuters) - La Corte di giustizia europea ha detto che l'impianto siderurgico dell'ex Ilva di Taranto dovrà essere chiuso se pone gravi e significativi rischi per l'ambiente e la salute.

Il sito pugliese è da anni oggetto di contestazioni per l'impatto sull'ambiente e la salute umana, la cui difesa è tra gli obiettivi chiave del diritto europeo.

Le misure per ridurre le emissioni dell'ex Ilva sono state pianificate nel 2012, ma il termine per l'attuazione è stato sistematicamente posticipato.

La Corte ha richiamato l'Italia per aver ripetutamente esteso le operazioni dell'impianto sulla base delle emissioni prevedibili sostenendo che, se le emissioni effettive dovessero superare i limiti accettabili, la produzione dovrebbe essere sospesa.

"La Corte afferma che, contrariamente a quanto sostenuto dall'Ilva e dal governo italiano, il procedimento di riesame non può limitarsi a fissare valori limite per le sostanze inquinanti la cui emissione era prevedibile. Occorre tener conto anche delle emissioni effettivamente generate dall'installazione nel corso del suo esercizio e relative ad altre sostanze inquinanti".

"In caso di pericoli gravi e rilevanti per l'integrità dell'ambiente e della salute umana, il termine per applicare le misure di protezione previste dall'autorizzazione all'esercizio non può essere prorogato ripetutamente e l'esercizio dell'installazione deve essere sospeso", ha detto la Corte.

La decisione della Corte Ue potrebbe mettere fine ai continui rinvii nella attuazione del piano per ridurre le emissioni dell'ex Ilva, aprendo la strada alla sospensione delle attività dell'impianto in caso di pericolo grave.

La Corte europea ha comunque detto la decisione sulla prosecuzione delle attività dell'impianto spetta al tribunale di Milano, che aveva richiesto alla Corte Ue di pronunciarsi in merito.

Lo stabilimento ex-Ilva è operativo dal 1965. Con circa 11.000 dipendenti e una superficie di circa 1.500 ettari, è una delle acciaierie più grandi d'Europa.

(Tradotto da Camilla Borri, editing Claudia Cristoferi, Francesca Piscioneri)