ZUGO (awp/ats) - Glencore nel 2023 ha guadagnato molto meno che nell'anno precedente, che era stato eccezionale: il gigante delle materie prime con sede nel canton Zugo ha realizzato un utile netto di 4,3 miliardi di dollari (3,8 miliardi di franchi), a fronte dei 17,3 miliardi del 2022.

Il risultato è frutto del riequilibrio e della normalizzazione dei flussi commerciali internazionali, che ha portato a un abbassamento dei prezzi, emerge da un rapporto provvisorio pubblicato oggi dalla società. Il fatturato si è attestato a 272 miliardi di dollari, in flessione del 15%. Il risultato rettificato a livello Ebitda (cioè prima di interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti) si è contratto del 50% a 17,1 miliardi, mentre l'utile operativo Ebit è sceso del 61% a 10,4 miliardi.

"Mentre il mondo si muove verso un'economia a basse emissioni di carbonio, rimaniamo concentrati sul sostegno alle esigenze energetiche di oggi, investendo nel nostro portafoglio di materie prime di transizione", afferma il Ceo Gary Nagle, citato in un comunicato. "Continuiamo a rimanere concentrati sull'operare in modo sicuro, responsabile ed etico e sul creare un valore sostenibile a lungo termine", aggiunge il dirigente sudafricano in forza a Glencore dal 2000 e numero uno dal 2021.

Quotata alle borse di Londra e Johannesburg (mercati che stanno reagendo in modo negativo alle novità odierne), Glencore è una multinazionale con sede a Baar (ZG) e presente in oltre 35 paesi con 140'000 dipendenti, che si occupa di 60 materie prime, per alcune delle quali ha quote di mercato assai significative. I suoi clienti sono consumatori industriali del ramo automobilistico, siderurgico, della produzione di energia, delle batterie e del petrolio. L'impresa fornisce anche servizi, in primo luogo di finanziamento e logistica, a chi utilizza materie prime.

Il gruppo, che si è fra l'altro posto l'obiettivo di zero emissioni entro il 2050, ha le sue origini nel Marc Rich Group fondato nel 1974 da Marc Rich, finanziere e imprenditore leggendario e controverso, morto nel 2013 a Lucerna. Per anni sulla lista dei ricercati più importanti dell'FBI americana, Rich aveva quattro cittadinanze: belga, israeliana, spagnola e statunitense. Accusato negli anni 80 dalla giustizia americana di evasione fiscale e commercio illegale di petrolio con l'Iran durante la crisi degli ostaggi, era stato graziato nel 2001 da Bill Clinton nel suo ultimo giorno di presidenza.