ROMA (MF-DJ)--Si allarga la platea delle aziende che potranno accedere al Patrimonio Rilancio gestito da Cassa Depositi e Prestiti. Il disegno di legge per favorire lo sviluppo del mercato dei capitali e per semplificare le quotazioni a Piazza Affari, sul tavolo del Consiglio dei ministri previsto per oggi, rafforza l'operatività dello strumento ideato nel 2020, nel mezzo della pandemia da Sars-Cov2, pensato per sostenere le imprese oltre i 50 milioni di fatturato e affidato per la fase di gestione alla spa del Tesoro. Il veicolo è suddiviso in tre comparti: un fondo nazionale strategico, pensato per investimenti con altri attori di mercato in imprese caratterizzate da solide prospettive di crescita, un fondo nazionale ristrutturazioni e un fondo nazionale di supporto temporaneo, previsto per muoversi in deroga alle norme sugli aiuti di Stato nell'ambito del Temporary framework europeo.

Secondo la bozza del provvedimento, le modifiche che il governo intende introdurre nella cornice del ddl Ipo riguardano l'operatività a mercato. Innanzitutto il regolamento con il quale il ministero dell'Economia ha stabilito come Patrimonio Rilancio debba lavorare e quali imprese possano chiedere sostegno. Il regolamento prevede infatti che le società beneficiare non abbiano sentenze di condanna né siano state loro applicate sanzioni su richiesta. Soltanto per le operatività a mercato, si legge nella bozza, si apre alla possibile applicazione per chi è sotto processo, mentre in passato era sufficiente essere sotto indagine per essere tagliati fuori dagli interventi. Tra i beneficiari degli interventi di Patrimonio Rilancio, attraverso operazioni di aumento di capitale o sottoscrizioni di prestiti obbligazionari convertibili, possono rientrare anche società nate da fusioni e scissioni che presentano un risultato operativo positivo in due dei tre anni precedenti la data di richiesta di intervento, "anche sulla base di uno o più bilanci pro-forma, certificati da un revisore contabile".

Come riferito da MF-Milano Finanza, intanto, Patrimonio Rilancio è pronto per la sottoscrizione del primo fondo creato da Equor sgr. Si tratta della società di gestione avviata a giugno 2021 da un gruppo di professionisti del settore imprese. Sette partner, tra cui l'amministratore delegato Francesco Rigamonti, che in carriera si sono occupati a lungo di private equity e del rilancio delle imprese. Il nuovo fondo avrà una taglia complessiva di 200 milioni, e Patrimonio Rilancio -come previsto nelle regole dello strumento creato dal ministero- potrà partecipare per poco meno della metà, visto che il commitment massimo può essere del 49%.

Patrimonio Rilancio si era già mosso lo scorso anno in tandem con Dea Capital Alternative Funds per un veicolo con una dotazione iniziale di oltre 100 milioni e con un target complessivo di 300 milioni.

Altra operazione in questa direzione è Capitale Rilancio assieme a Illimity.

Come anticipato dal giornale lo scorso 7 marzo, la nuova legge sulle quotazioni consentirà alle pmi in forma di accedere su base volontaria al regime di dematerializzazione previsto dal Tuf. Il provvedimento raddoppia inoltre il tetto della capitalizzazione massima attualmente previsto per una pmi, alzando la soglia da 500 milioni di euro a un miliardo. Sono poi previsti quorum agevolati per gli aumenti di capitale, fino a tutto il 2025, e vengono rivisti i poteri di Consob, (si veda articolo in pagina) permettendo l'avvio procedure sanzionatorie con l'assunzione di impegni e consentendo l'oscuramento di campagne pubblicitarie per investimenti, condotte su internet o ogni altro mezzo di comunicazione da soggetti non abilitati.

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1108:47 apr 2023


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