CAIRO/MILANO (Reuters) - Una corte egiziana si pronuncerà a breve su un caso incentrato sulla vendita di AlexBank a Intesa Sanpaolo, secondo quanto riferito da due fonti.

La decisione potrebbe potenzialmente aprire la strada al governo, a corto di liquidità, per cedere la restante quota del 20% nella banca.

Di recente l'Egitto ha annunciato la vendita di partecipazioni statali in 32 società, incluse tre banche, Banque du Caire, United Bank of Egypt e Arab African International Bank.

Non ha menzionato AlexBank, anche se la cessione della sua quota rimanente a Intesa SP è una possibilità, ha detto una delle fonti.

Nell'ambito di un importante programma di privatizzazioni, nel 2006 l'Egitto vendette l'80% di AlexBank a Sanpaolo Imi per 1,6 miliardi di dollari. L'anno succesivo Sanpaolo Imi si fuse con Banca Intesa, creando quello che oggi è il più grande gruppo bancario italiano.

La vendita venne contestata in tribunale da un gruppo di attivisti, il Centro egiziano per la trasparenza, secondo quanto riportato dai media locali. Nel 2014, però, l'Egitto ha approvato una legge che impedisce alle parti diverse da quelle coinvolte in una transazione di contestare i contratti di vendita o di investimento firmati dallo Stato.

A metà gennaio, la Corte costituzionale egiziana ha deciso di mantenere la legge, respingendo un ricorso presentato contro di essa.

Diversi casi, tra cui quello relativo alla vendita di AlexBank, erano stati sospesi in attesa della decisione sulla legge.

La sentenza della corte su AlexBank è ora attesa nei prossimi giorni, hanno detto le fonti a conoscenza del caso: Una di queste ha aggiunto che la decisione potrebbe arrivare già il 25 febbraio.

Una fonte legale ha detto che la decisione della Corte costituzionale potrebbe portare al rigetto di qualsiasi ricorso contro la privatizzazione.

Con le sue 175 filiali e 1,6 milioni di clienti, AlexBank è una delle principali banche private egiziane.

Intesa Sanpaolo possiede l'80% dell'istituto di credito, dopo aver riacquistato nel 2020 una quota del 9,75% che aveva venduto all'International Finance Corporation nel 2009, in un affare il cui valore, secondo la stampa locale dell'epoca, era di 161,8 milioni di dollari.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Stefano Bernabei)