CERNOBBIO (MF-DJ)--"In Italia ci sono già due grandi banche che sono

Intesa Sanpaolo e Unicredit e a nostro avviso c'è spazio almeno per una

terza grande banca italiana con azionariato italiano. Non dimentichiamoci

che ci sono altre grandi banche che sono presenti in Italia e non sono ad

azionariato italiano (Credit Agricole e Bnp Paribas), quindi non c'è un

problema di concorrenza in Italia; ci sono concorrenti forti. Se

gli operatori italiani forti diventassero almeno tre faremmo più contenti

i clienti, diventeremmo più efficienti e questo ci aiuterebbe a fare

concorrenza in Europa".

Lo ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros

Pietro, interpellato sull'operazione di integrazione tra Unicredit e

B.Mps e sui riflessi sul sistema bancario, a margine del Forum Ambrosetti

2021 in corso a Cernobbio.

Il presidente della prima banca italiana - a differenza del ceo Carlo Messina che in occasione della trimestrale aveva salutato positivamente l'operazione - ha preferito non commentare direttamente l'integrazione allo studio tra Unicredit e B.Mps. "Non entro nel merito delle attività di altre banche italiane, lasciamole lavorare".

La due diligence è ancora in corso e proprio ieri il ceo di Unicredit Andrea Orcel ha spiegato in una lettera ai dipendenti che procede come da protocollo. Di recente sono entrate in data room anche le controllate pubbliche Mediocredito Centrale (per una porzione di sportelli nel Mezzogiorno) e Amco (per gli Npl e alcuni crediti Stage 2). Secondo Messina l'acquisto delle attività buone di B.Mps da parte di

Unicredit "è un'operazione in divenire. Ma in una fase come questa tutto

quello che può stabilizzare il sistema e consentire all'Italia di

lavorare sulla crescita è un valore. Tutto quello che può essere a

supporto è positivo, soprattutto dopo l'esito degli stress test di Mps.

Non vedo elementi o fattori di criticitá per Intesa Sanpaolo ma solo

un'opzione per stabilizzazione il sistema bancario italiano. Ho sempre

detto che c'è spazio per tre grandi gruppi bancari in Italia".

Venendo ai temi dell'economia italiana e della crescita Gros-Pietro si è detto soddisfatto di come è partito il Pnrr. "Sta andando bene. Non era così scontato che si riuscisse a far approvare a livello europeo un piano di questa importanza. Questo è un cambiamento genetico degli accordi europei, della struttura dell'Unione europea. Non era così scontato che questo piano potesse riservare all'Italia una quota così ampia", ha spiegato.

"Non tutti pensavano all'estero che saremmo riusciti a rispettare i

tempi, cosa che è successa. Veramente siamo partiti molto bene. La crisi

che stiamo combattendo è anomala, non è né finanziaria né ciclica. E'

stata interruzione forzata della produzione, a questa segue un rimbalzo,

ma il rimbalzo ci ha dato velocitá di crescita, stiamo crescendo a un

ritmo che non abbiamo mai visto negli ultimi 20 anni. L'obiettivo deve

essere mantenere questa velocità".

Intesa Sanpaolo - nell'ambito del piano - ha messo sul piatto 400 mld di euro. "Credo che le" imprese italiane "chiederanno" le risorse

stanziate per il Pnrr. "Le stanno chiedendo, anche se le imprese hanno

accumulato liquiditá nel 2020, di circa 90 miliardi perchè non sapevano

dove investire. Adesso invece ci sono obiettivi, possibilitá e ci sono

degli indirizzi di investimento possibile che a mio giudizio sono i piú

interessanti, quelli che vanno in direzione della lotta al cambiamento

climatico, dell'economia sostenibile. Chi investe in queste direzioni

avrá il dominio dei mercati nei prossimi decenni, quindi è importante

che le imprese italiane vadano in quella direzione".

cce

claudia.cervini@mfdowjones.it

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0315:00 set 2021

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September 03, 2021 09:02 ET (13:02 GMT)