Sua figlia Delfina ha avuto una nomina importante, quella di direttore creativo della gioielleria di Fendi.

Importantissima, è un settore a cui stiamo dando tanto sviluppo, quindi sono molto contenta.

La Kompa collection by Mabeo Studio per Fendi Casa

Cosa le ha detto, da madre e da collega?

Ho detto: «Finalmente!», sono stata molto contenta. Da mamma, sono stata contentissima e da collega, sono stata sicura che Delfina sarebbe stata un elemento valido all'interno del nostro gruppo. Non avrei mai pensato di farla io questa proposta al gruppo, perché sono anche molto orgogliosa e quindi non è venuta da me, non ho fatto mai nessun tipo di pressione. Lei ha dimostrato di essere una ragazza in gamba facendo la sua piccola linea che ormai ha successo da dieci anni, che si è creata da sola. Quindi, bene, siamo molto contenti e io sono molto soddisfatta che la storia continui, che ci sia questo sguardo. Crescere in una casa come Fendi è un po' come andare all'università, quando nasci in queste famiglie non si tratta di nepotismo. Noi «figli di» viviamo sempre questo preconcetto un po' ridicolo.

Lei dice sempre che il cognome non evita il fatto che tu sia considerato per quello che fai, se non vendi vieni messo a casa.

Io sono ormai libera, infatti quando abbiamo venduto l'azienda ho detto «Finalmente posso valere per quello che faccio e non per chi sono». Perché non era detto, non era scritto da nessuna parte che il signor Arnault (Bernard Arnault, patron di Lvmh, ndr) dovesse avere per forza una donna Fendi dentro. Ci sono altre aziende che hanno il nome di una famiglia e che non hanno più alcun membro della famiglia stessa al loro interno. Quindi se sono qua è perché i risultati ci sono.

Lei era la più piccola, aveva sua madre e quattro zie. E ora è lei che fa da madre a Delfina.

Ma anche a tutto il mio team, non solo a Delfina.

C'è un consiglio che ha dato a loro o a Kim Jones?

No, penso di aver dato sempre un esempio. Non penso di dover dare dei consigli, più che mai è stata Delfina a dirmi: «Certo che è un impegno enorme». Lei si rende conto e forse, a volte, non se ne poteva rendere così tanto conto, dall'esterno, di quanto questo lavoro sia impegnativo.

E a Kim Jones ha dato consigli? Lui le ha chiesto qualcosa?

Lui è una persona che chiede, chiede, chiede sempre. Quello che mi piace di Kim è che ti chiede un parere, mi chiede se mi piace, se me lo metterei. Abbiamo un bellissimo dialogo, lui ha dichiarato che si ispira molto alle donne che lo circondano, quindi alle sue amiche, alle persone che incontra. Adesso abbiamo addirittura una giacca che si chiama Silvia, in collezione, uno dei bestseller.

È orgogliosa della Silvia jacket?

Certo, perché dice: «Questo è per Silvia». E poi uno dei bestseller.

red

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0609:42 dic 2021

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December 06, 2021 03:43 ET (08:43 GMT)