L'industria manifatturiera europea dei pannelli solari ha chiesto all'Unione Europea di intervenire con misure di emergenza per evitare che le aziende locali chiudano sotto la pressione dei prezzi delle importazioni cinesi, come risulta da una lettera visionata da Reuters.

Negli ultimi mesi, diversi produttori europei di pannelli solari hanno annunciato l'intenzione di chiudere le fabbriche, citando la pressione esercitata da un'ondata di importazioni e da un'offerta eccessiva di parti di pannelli solari che si sono accumulate nei magazzini europei e hanno fatto scendere i prezzi.

In una lettera al Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il gruppo industriale European Solar Manufacturing Council (ESMC) ha avvertito che senza un aiuto rapido, l'UE rischia di perdere più della metà della sua capacità produttiva di moduli solari fotovoltaici in poche settimane.

"Nelle prossime 4-8 settimane, i principali produttori di moduli fotovoltaici dell'UE e i loro fornitori europei sono pronti a chiudere le linee di produzione, a meno che non vengano attuate tempestivamente misure di emergenza sostanziali", si legge nella lettera, datata 30 gennaio.

L'ESMC ha chiesto all'UE di lanciare misure di emergenza, tra cui un programma di acquisto delle scorte in eccesso di moduli solari dell'UE per alleviare l'eccesso di offerta, e di modificare le regole sugli aiuti di Stato per aumentare il sostegno governativo ai produttori solari locali.

Se queste misure non possono essere adottate rapidamente, l'UE dovrebbe anche prendere in considerazione misure di "salvaguardia" che potrebbero includere tariffe e quote per contrastare un'ondata di importazioni, si legge nella lettera.

L'Europa sta espandendo rapidamente l'energia solare, installando un record di 56 GW di nuova capacità lo scorso anno.

Ma se da un lato questa rapida crescita è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di cambiamento climatico, dall'altro dipende fortemente dai componenti importati dalla Cina - spingendo alcuni gruppi industriali ad opporsi a tariffe che potrebbero interrompere le forniture dalla Cina e potenzialmente rallentare il lancio dell'energia verde.

La svizzera Meyer Burger è tra le aziende europee in difficoltà e questo mese ha annunciato l'intenzione di chiudere il suo impianto di produzione in perdita in Germania, a meno che il Governo non fornisca i finanziamenti promessi. (Servizio di Kate Abnett; Servizio aggiuntivo di Philip Blenkinsop; Redazione di Jan Harvey)