NEW YORK (awp/ats/ans) - Il futuro di OpenAI, la società senza scopo di lucro a cui fa capo ChatGPT, chatbot basata sull'intelligenza artificiale generativa, appare sempre più incerto. Mentre prosegue il braccio di ferro fra lo staff e il consiglio di amministrazione, il board avrebbe avviato trattative per un rientro di Sam Altman nella società e, fra le ipotesi considerate, c'è quella di un ritorno nelle vesti di componente di un cda transitorio.

Il dialogo aperto con il co-fondatore ed ex amministratore delegato di OpenAI è un passo in avanti rispetto a sole poche ore fa, quando consiglio di amministrazione si era rifiutato categoricamente anche solo di considerare l'ipotesi. Quali siano le chance che le trattative aperte portino frutti non è chiaro, lasciando di fatto la società nel limbo.

Il 95% dei dipendenti ha minacciato di lasciare se il board non si dimetterà e Altman non tornerà. Microsoft, che con un colpo a sorpresa ha assunto il 38enne volto dell'industria dell'intelligenza artificiale, ha aperto la porta ai dipendenti di OpenAI che vogliono lasciare, garantendo loro un posto di lavoro e lo stesso compenso. "Ai miei partner di OpenAI: abbiamo visto la vostra petizione e apprezziamo il vostro desiderio di unirvi a Sam Altman a Microsoft al nuovo AI Research Lab. Sappiate che se necessario, avrete un ruolo a Microsoft che corrisponde al vostro di compenso e avanzare la nostra missione collettiva", ha scritto il chief technology officer di Redmond Kevin Scott su X (ex Twitter).

La saga quindi continua e, al momento, non si intravede una soluzione. Anche il tentativo di OpenAI di avvicinare la rivale Anthropic per una possibile fusione sarebbe, secondo indiscrezioni, naufragato con l'opposizione di Dario Amodei, l'italo-americano alla guida di Anthropic. Amodei - che in passato ha lavorato a OpenAI - avrebbe anche rifiutato di diventarne amministratore delegato dopo il licenziamento di Altman.

Proprio Altman resta defilato. La sua ascesa, così come le sue recenti difficoltà, riportano alla memoria Steve Jobs, il visionario che fu allontanato dal consiglio di amministrazione di Apple nel 1985 per poi tornare 11 anni dopo e non solo risollevare le sorti di Apple ma a lanciarla nell'Olimpo delle big con oltre 3 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Altman nelle ultime 72 ore si è forse un po' sentito indispensabile come Jobs, di cui si augura di ripetere i successi con una nuova tecnologia dalle enormi potenzialità ma che addirittura Elon Musk ritiene pericolosa se non regolata e gestita adeguatamente.