SYDNEY (awp/ats/ans) - L'inflazione in Australia si è ridotta al 7,0% nei 12 mesi fino a marzo, dopo aver raggiunto alla fine del 2022 il 7,8%, punta massima in 31 anni. Nel primo trimestre 2023 i prezzi sono aumentati dell'1,4%, il tasso più ridotto dalla fine del 2021. Preoccupa tuttavia il continuo aumento dei prezzi nella maggior parte di beni e servizi, in particolare bollette e alimentari.

L'aumento trimestrale dell'1,4% nell'indice dei prezzi al consumatore è stato il più basso dalla fine del 2021, mentre l'ondata di sconti sui prezzi di mobilia, elettrodomestici e vestiario hanno compresso l'inflazione al 7,6% nei 12 mesi fino a marzo, dal 9,5% in dicembre. In controtendenza però i prezzi in rialzo per viaggi vacanza, servizi medici, affitti e pasti in ristorante, che hanno portato l'inflazione annua per i servizi dal 5,5% in dicembre al 6,1% in marzo, l'aumento più rapido dal 2001. La Reserve Bank affronta ora quindi un dilemma cruciale: se rialzare il tasso di interesse nella riunione mensile la prossima settimana.

Il governatore della banca nazionale Philip Lowe ha già indicato che "potrebbe essere necessario un ulteriore irrigidimento della politica monetaria" per riportare l'inflazione agli obiettivi. La Reserve nei mesi scorsi aveva attirato dure critiche e perduto di credibilità, per aver indicato durante la pandemia di Covid che i tassi di interesse "probabilmente" non sarebbero aumentati fino al 2024. Da allora li aveva invece rialzati per 10 mesi consecutivi fino al 3,6%, il tasso più alto da maggio 2012.