MILANO (MF-DJ)--"I numeri sono molto buoni. Questo 17% in piu' rispetto al 2021" in termini di fatturato nel primo semestre "e' anche un +8% in piu' rispetto" allo stesso periodo del "2019 e circa +4,5% a parita'. Questo e' forse l'indicatore piu' importante del livello di salute delle vendite".

E' quanto ha spiegato in un'intervista a Class Cnbc Stefano Beraldo, ad di Ovs. "Abbiamo confermato un outlook ancora positivo, seppur caratterizzato dalla consapevolezza che le condizioni esterne sono tutte molto negative, perche' crediamo da un lato che il vantaggio che abbiamo accumulato nel primo semestre appena chiuso" in termini di Ebitda anno su anno "difficilmente sara' interamente erodibile da una situazione esterna negativa", ha proseguito l'ad, aggiungendo che "crediamo che gran parte delle variabili negative che abbiamo di fronte si siano gia' interamente manifestate nel primo semestre".

"L'inflazione costi, che ha pesato sul potere d'acquisto delle famiglie, non e' un'inflazione da domanda, purtroppo per certi versi, e' un'inflazione da costo, da tensioni logistiche, sui trasporti, sulla catena di fornitura delle materie prime, dalla mancanza di componenti. Questa inflazione dei costi ha gia' pesato sulla maggior parte delle voci di spesa delle famiglie, da un lato perche' la benzina costava di piu' nel primo semestre di quanto non costi oggi, dall'altro perche' l'impennata delle bollette era almeno in parte gia' manifesta. Infine, tutte le variabili di incremento di costo si erano gia' iniziate a trasferire sui prezzi da parte di chi ha potuto modificarli", ha proseguito Beraldo.

"Noi stessi, evidentemente, siamo stati gia' impattati nel primo semestre da costi in crescita che ci hanno portato ad aumentare i nostri prezzi. Quindi", ha proseguito l'ad, "la maggior parte di questi fattori negativi era gia' presente nel primo semestre. Immagino che nel secondo ci sia un certo aggravamento dello scenario, soprattutto perche' tutti gli analisti, tutti i giornalisti, tutti i conoscitori dell'economia lo stanno prevedendo. Sembra che siamo accerchiati dalle Cassandre e forse hanno ragione. In questo contesto, quindi, abbiamo detto ai nostri analisti che non crediamo di replicare il vantaggio che abbiamo avuto nel primo semestre", ma quel vantaggio e' intanto stato incamerato da Ovs.

"Qui non c'e' un rischio" inflazione, "c'e' un dato di fatto. L'inflazione c'e'. L'impatto sul settore c'e', ma soprattutto l'impatto c'e' sul potere d'acquisto dei cittadini. Noi abbiamo visto chiaramente un'equazione: piu' prezzi, meno volumi. Questo settore e' un settore relativamente commodity e relativamente voluttuario: gli abiti da bambino sono piu' una commodity che non un bene voluttuario, mentre cambiare il cappotto e' qualcosa che si puo' fare o meno a seconda anche della propensione alla spesa. Certamente la propensione alla spesa sta riducendosi perche' una parte della spesa e' dedicata ad altre spese non comprimibili come le bollette, i trasporti, l'affitto della casa. Pero' alla fine succede che la riduzione si concentra soprattutto in termini di volumi. La gente compra meno ed e' pronta a pagare un prezzo superiore", ha spiegato l'ad.

Ovs "e' riuscita a mettere in piedi una serie di operazioni straordinarie di riposizionamento: negozi piu' belli, nuovi marchi - a partire da Piombo, che e' un marchio vero, di un designer, che abbiamo acquisito noi ma siamo in compartecipazione anche strategica oltre che finanziaria con il designer che ha una quota di minoranza. Credo che oggi un consumatore, che era abituato anche a livelli di prezzo superiori, sia costretto a fare del trading down e trovi in Ovs un'azienda pronta ad accoglierlo con un posizionamento molto piu' interessante rispetto a quello che aveva anni fa. Da parte nostra l'arma per combattere l'inflazione ritengono sia stata il posizionamento", ha sottolineato Beraldo.

Infine, sul cambio, "l'euro che si indebolisce per l'export e' ovviamente un vantaggio, ma per noi l'export conta ancora poco. Noi apriremo il primo negozio Piombo a New York questo autunno e quindi chiaramente sul fronte dell'export saremo avvantaggiati. Noi abbiamo circa 250 negozi all'estero e abbiamo molta richiesta di aprirne altri. Pero' è chiaro che per noi il dollaro e' soprattutto valuta di approvvigionamento. Ci dà noia certamente, infatti siamo anche un po' in attesa degli eventi per evitare di eccedere in coperture. Abbiamo pero', poiche' abbiamo una politica di hedging molto prudente, gia' incamerato buona parte dei fabbisogni per il 2023 a un cambio dollaro decisamente migliore rispetto a quello attuale quindi oggi abbiamo un mark-to-market di circa 20-25 mln positivo. Quindi ci dà noia, ma in qualche misura e' gestibile", ha concluso l'ad.

pl


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September 22, 2022 11:27 ET (15:27 GMT)