RedHill Biopharma Ltd. ha annunciato una nuova pubblicazione di dati provenienti da esperimenti multipli nell'International Journal of Molecular Sciences. I dati pubblicati dimostrano che opaganib protegge dall'infiammazione polmonare e dalla fibrosi indotte dalle radiazioni in un modello murino in vivo di danno polmonare in seguito all'esposizione alle radiazioni ionizzanti, dimostrando il suo potenziale uso come contromisura medica contro l'irradiazione nucleare e nella radioterapia del cancro. È noto che l'infiammazione indotta dalle radiazioni si verifica in due fasi?

in una risposta infiammatoria iniziale subito dopo l'irradiazione e in una risposta ritardata che può verificarsi settimane dopo. Per questo motivo, uno degli esperimenti ha esaminato specificamente la sopravvivenza a lungo termine con due finestre di trattamento: 1-3 giorni dopo l'irradiazione e 31-45 giorni dopo l'irradiazione. Il gruppo trattato con opaganib sia durante la fase iniziale che quella ritardata dell'infiammazione ha dimostrato un miglioramento altamente significativo dal punto di vista statistico della sopravvivenza al 180° giorno (60% di sopravvivenza rispetto al 10% dei controlli, p=0,008).

Pertanto, il trattamento con opaganib durante le fasi iniziali e ritardate dell'infiammazione ha fornito il massimo miglioramento della sopravvivenza. Opaganib è in fase di sperimentazione come potenziale trattamento per la sindrome da radiazioni acute (ARS), in seguito alla selezione da parte del National Institutes of Health (NIH), il programma governativo statunitense per le contromisure radiologiche e nucleari (RNCP) per il suo programma di sviluppo di prodotti per le contromisure mediche alle radiazioni. Opaganib è stato anche recentemente selezionato per l'inclusione nel programma di screening delle contromisure chimiche BARDA/NIH per l'esposizione alla mostarda di zolfo.

Opaganib, una nuova pillola orale a piccole molecole con una durata di conservazione di cinque anni, è facile da somministrare e da distribuire, supportando un potenziale stoccaggio governativo centrale da utilizzare come contromisura medica in caso di incidenti nucleari con vittime di massa o di attacchi con mostarda di zolfo, se approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense.