MILANO (MF-DJ)--Stellantis ha previsto altre 1.820 uscite incentivate dagli enti centrali dalle aree di staff e dagli stabilimenti di Termoli, Verrone, Pratola Serra e Melfi. Considerando che in Italia il gruppo occupa 49.000 dipendenti si tratta del 3,7% della forza lavoro. E se si contano le uscite già previste fino a oggi si arriva ad oltre 4.000

lavoratrici e lavoratori in meno dal 2021.

L'accordo è stato firmato oggi da tutte le organizzazioni sindacali (Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr) fatta eccezione per la Fiom-Cgil.

In alcuni stabilimenti ed enti erano state già raggiunte delle pre intese su uscite volontarie, pari a circa 752, mentre in altri saranno avviate le relative procedure per le restanti 1.068. Le uscite avverranno sulla base del criterio della volontarietá, o per meglio dire della non opposizione alla risoluzione del rapporto di lavoro, nell'ambito delle unitá e delle mansioni interessate per cui sussiste un'eccedenza.

Per chi può raggiungere la pensione entro 48 mesi, gli incentivi

saranno tali da garantire per i primi 24 mesi, incluso il trattamento di

naspi, il 90% della retribuzione e per i restanti 24 mesi il 70% della

retribuzione piú un importo pari ai contributi volontari da versare.

Per gli operai che non raggiungono la pensione, l'incentivo sará pari

a 24 mensilitá e comunque a non meno di 55.000 euro, a cui vanno aggiunti

20.000 euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30

settembre. Per gli impiegati e i quadri che non raggiungono la pensione,

l'incentivo varierá in base all'etá: per chi ha almeno 50 anni, 24

mensilitá per un importo comunque non inferiore a 55.000 euro; per chi ha

tra 45 e 49 anni, 18 mensilitá; per chi ha tra 40 e 44 anni, 12

mensilitá; per chi ha meno di 40 anni, sei mensilitá; in ogni caso a dette mensilitá si aggiungeranno 20.000 euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre.

Le sigle firmatarie vedono il bicchiere mezzo pieno. "Abbiamo firmato oggi un accordo con Stellantis per migliorare ulteriormente gli incentivi giá previsti negli accordi precedenti e prevedendo nuovi percorsi di ricollocazione, relativamente alle uscite esclusivamente volontarie di anticipo pensionistico e non, negli uffici e nelle fabbriche del gruppo. Questo consentirá di ridurre in Stellantis l'utilizzo di ammortizzatori sociali che stanno impattando negativamente sui redditi dei lavoratori".

Il processo di cambiamento e di transizione verso le nuove motorizzazioni elettriche che sta attraversando il settore dell'automotive deve essere accompagnato da una serie di interventi in grado di garantire la sostenibilitá sociale, che eviti impatti traumatici e pesanti sugli attuali occupati e nello stesso tempo preveda nuovi investimenti sulla mobilitá futura per gli stabilimenti italiani e un conseguente successivo ricambio generazionale. E per la maggior parte del sindacato l'accordo stretto va in questa direzione.

Non è così per la Fiom-Cgil che infatti ha deciso di non firmare. "Si continua senza avere un piano complessivo sulle missioni degli enti

centrali, di staff e della maggior parte degli stabilimenti e senza un

piano sull'occupazione che preveda un reale ricambio generazionale. La

transizione ecologica impone un confronto serio sulle competenze e

sull'occupazione, ma il risultato di questi accordi è che la maggioranza

di chi ha deciso di uscire sono lavoratori e lavoratrici giovani. La

situazione preoccupa anche per i segnali che arrivano sulle prospettive

industriali della filiera, sull'esaurimento degli ammortizzatori sociali

che stanno aumentando la preoccupazione tra i lavoratori del settore", ha dichiarato Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil.

La produzione complessiva degli stabilimenti italiani di Stellantis è scesa del 13% nel primo semestre rispetto allo stesso riferimento del 2021. E a causa dei fermi produttivi nei siti italiani del gruppo Stellantis quest'anno si perderanno circa 200.000/220.000 vetture rispetto alle potenzialitá produttive generate dagli ordini acquisiti.

Il dato relativo alla produzione del primo semestre rappresenta la

sintesi tra i numeri degli impianti in espansione di produzione (il polo

torinese +39%, Cassino +14,6%, Pomigliano +9,7% soprattutto Maserati

Modena +48,8%) e quelli in frenata (Melfi -17%, Sevel -37%). In totale le

fabbriche Stellantis hanno prodotto 351.980 unitá contro le 407.666 del

primo semestre 2021. Se la parte auto ha tenuto botta (+2,1%), la

produzione di veicoli commerciali è stata davvero deficitaria (-37%).

"Non si può continuare a navigare a vista senza avere prospettive a medio, lungo termine e strumenti idonei a garantire il lavoro e attivitá produttive. È necessario che il Governo intervenga nei confronti dell'azienda e si apra immediatamente un confronto anche sulla filiera", conclude la Fiom-Cgil.

cce

MF-DJ NEWS

0718:00 lug 2022


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July 07, 2022 12:00 ET (16:00 GMT)