ROMA (MF-DJ)--L'accordo per la cessione della quota di Tim nelle torri di Inwit "dovrebbe chiudersi grazie all'ok di Vodafone" con la quale c'è un controllo congiunto. "Siamo ottimisti e speriamo di procedere al closing tra giugno e luglio. Questo è il nostro piano. Le trattative continuano e stanno andando bene e non vediamo un ostacolo proveniente da Vodafone".

E' questa la tempistica dell'operazione annunciata dal direttore finanziario di Tim, Adrien Calaza, durante la conference call con gli analisti sui conti del 1* trimestre dell'anno. Il completamento dell'operazione è soggetto all'avveramento di talune condizioni sospensive, tra le quali l'autorizzazione Antitrust, l'autorizzazione ai sensi del golden power e lo scioglimento del patto parasociale con Vodafone Europe e Central Tower Holding Company. Per la quota di Inwit, il fondo Ardian ha messo sul piatto 1,3 miliardi di euro.

La scelta industriale di Tim "è di procedere alla fusione con Open Fiber. C'è qualche giorno di ritardo rispetto al termine del 30 aprile scorso" per determinare gli ultimi dettagli, ma "nulla di preoccupante", ha detto Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim. "Stiamo cercando di creare qualcosa di unico a livello mondiale ma non vedo nessun problema specifico". A giorni Tim e Cassa Depositi e Prestiti dovrebbero firmare l'accordo per la realizzazione delle rete unica con Open Fiber. Alla futura societá della rete unica, Tim dovrebbe apportare i cavi sottomarini di Sparkle, la rete primaria (che dalle centrali collega gli armadietti) e quella secondaria di Fibercop (societá è controllata al 58% da Tim, per il 37,5% dal fondo Kkr e per il 4,5% da Fastweb), infrastrututre che dovrebbero intrecciarsi con la rete di Open Fiber, controllata al 40% dal fondo australiano Macquarie e al 60% da Cdp. Nella partita c'e' anche Kkr, azionista al 37,5% di Fibercop.

"Sono ottimista sul fatto che si possa chiudere anche abbastanza rapidamente, diciamo in qualche giorno", ha detto Labriola. "C'è stato qualche ritardo ma non è legato a nessun tipo di attrito. Continuo a verificare la convergenza e gli interessi da parte di tutti gli stakeholder nel portare avanti questo progetto. Non è che possiamo nascondere che si tratti di un progetto di una complessitá unica, anche perchè siamo tra i primi al mondo ad andare in questa direzione. Però stiamo proseguendo e non vedo problemi, non vedo attriti. Si tratta solamente di continuare a lavorare e cercare di chiudere il piú rapidamente possibile", ha aggiunto.

Nel memorandum of understanding con Cdp per la rete unica "stiamo discutendo con Kkr la partecipazione della stessa a questo protocollo" perchè è socio di minoranza al 37,5% di FiberCop. "Stiamo parlando dell'integrazione di due reti: una, quella di Open Fiber, che vede Macquarie come socio; l'altra, quella di Tim, al cui interno c'è FiberCop che vede come azionista Kkr. Non è questione di consenso, ma occorre far sedere attorno a un tavolo tutte le parti in causa", ha proseguito.

Il prossimo 7 luglio, in occasione del Capital Market Day di Tim, sará presentato al mercato il progetto di riorganizzazione che, superando il modello di integrazione verticale, consentirá di accelerare il percorso verso una generazione sostenibile di flussi di cassa e di far emergere il valore intrinseco degli asset di gruppo. "Il piano che presenteremo il 7 luglio non è un maquillage finanziario, ma industriale: penssiamo di creare valore dalle suddivisioni delle varie attivitá", ha assicurato Labriola. Sempre il 7 luglio, è inoltre possibile una revisione delle guidance di Tim, in vista dell'imminente firma dell'accordo con Cdp per la rete unica Tim-Open Fiber.

Tim è aperta "a collaborare con Kkr e con qualunque altro investitore industriale o finanziario. Ci sono anche altri fondi interessati a comprendere meglio qual è l'ipotesi di valorizzazione degli asset che presenteremo il 7 luglio, a dimostrazione che il piano che stiamo sviluppando sta incontrando l'interesse da parte di vari soggetti", ha continuato il top manager. Nel dettaglio, la manifestazioni di interesse del fondo Cvc "non è ancora un binding" e Tim si riserva di "rilasciare informazioni quando hanno una rilevanza ai fini borsistici".

Labriola ha confermato di "avere avuto interlocuzioni anche con altri soggetti" oltre a Cvc, ma il gruppo non ha fatto disclosure su informazioni "che possono portare a fluttuazioni del valore di Borsa perchè siamo ancora nelle fasi preliminari", ha puntualizzato.

L'amministratore delegato di Tim è "ottimista" anche sulla rinegoziazione del contratto con Dazn per la trasmissione in streaming delle partite di calcio del campionato di Serie A.

In termini di M&A, Tim sta cercando di razionalizzare le partecipazioni detenute in attivitá minori, di non particolare rilevanza. "Abbiamo partecipazioni anche in alcune start up e stiamo valutando quali sono quelle strategiche e quali no. In caso di partecipazioni non strategiche, la possibilitá è quella del disinvestimento per rifinanziare alcune operazioni ma stiamo sempre parlando di impatto marginale, inferiore ai 40 milioni di euro", ha sottolineato Labriola.

Infine, l'inflazione e i rincari dell'energia impattano anche su Tim che ha avviato un dialogo con le autoritá per discutere anche sul prezzo wholesale: "Visto che siamo i principali attori a livello di rete non possiamo diventare gli unici che assorbono tutta l'inflazione nella base costi; è una cosa che stiamo cercando di risolvere insieme alle autoritá soprattutto per i contratti di lungo periodo. In Europa non abbiamo mai considerato l'inflazione. Abbiamo siglato accordi a 5 e a 10 anni, senza considerare affatto il tasso di inflazione e adesso stiamo cercando di rivedere questi contratti per recuperare l'inflazione sia per il retail che per il wholesale", ha continuato.

Con i rincari dell'energia "ci sono delle pressioni sui costi nel 1*

e 2* trimestre", ma il gruppo telefonico è coperto dal decreto sostegni. "E' un provvedimento che potrebbe essere reiterato anche nel 3* trimestre e nel frattempo gestiamo l'80% delle spese energetiche per l'anno ma la sfida potrebbe essere per l'anno prossimo, perchè gestire ora il 2022 e il 2023 diventa piú complesso: dobbiamo cercare di capire se il costo aumenterá o si ridurrá anche sulla base dei risutati del conflitto russo-ucraino in corso. Quindi", ha proseguito, "stiamo monitorando la situazione e lavorando ad altri progetti industriali per ridurre il livello di consumo energetico. Stiamo rivedendo anche alcune apparecchiature a livello di rete per ridurre i consumi perchè la soluzione non è solo a carattere finanziario ma è anche industriale", ha concluso.

pev

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May 05, 2022 09:02 ET (13:02 GMT)