Presentazione

Teleperformance è organizzata più esattamente in due poli di attività. Da un lato la divisione Core Services e D.I.B.S. (Digital Integrated Business Services) che gestisce la relazione con i clienti, il supporto tecnico, l’acquisizione di nuovi clienti, le soluzioni di back-office e la consulenza operativa; dall’altro i servizi specializzati in gestione delle domande amministrative, recupero crediti, servizi di consulenza e assistenza online nel settore sanitario e servizi di interpretariato.

La concorrenza

Che sia la nº1 è indiscutibile. Il gruppo è tra i leader nel mitico Quadrante Magico di Gartner nella categoria Customer Service BPO. Teleperformance è presente nel doppio dei Paesi della sua prima concorrente francese Webhelp. Lo scorso anno realizzava 7 miliardi di euro di fatturato, seguita dall’americana Concentrix con 5,5 miliardi di dollari di fatturato. Introdotta in Borsa lo scorso anno e meno valorizzata di Teleperformance (14,4 previsto per il 2022 contro 27,1 per TEP), Concentrix è più aggressiva di quest’ultima rispetto alla strategia di crescita esterna. L’americana ha triplicato le entrate in cinque anni grazie a un massiccio ricorso ad acquisizioni finanziate con il debito: ha dunque una leva maggiore.

Il resto della concorrenza rimane ben lontana: al terzo posto vi è un’altra americana, Alorica, che realizza 2 miliardi di dollari di fatturato. Vi sono dunque notevoli opportunità di consolidamento per le due leader (avendo come obiettivi Alorica, Sitel, Atento, Wehhep, TTEC, Sykes e Majorel) con apparentemente un vantaggio per Teleperformance che presenta un miglior bilancio.

Un giusto equilibrio

Il 2021 è stato caratterizzato da due acquisizioni negli Stati Uniti che mostrano la strategia di sviluppo dinamico del gruppo. Health Advocate ha permesso al gruppo di rafforzare le proprie attività di servizi specializzati dal forte valore aggiunto nel settore sanitario statunitense. L’acquisizione di Senture, un’azienda di servizi esternalizzati (Business Process Outsourcing) ad amministratori americani, rafforza l’offerta di Teleperformance nei servizi di assistenza.

Diversamente da altri attori dell’industria che fanno fatica a svincolarsi dalla loro dipendenza dal settore delle telecomunicazioni, Teleperformance possiede un portafoglio clienti molto diversificato: telecomunicazioni 13%, salute 13%, servizi finanziari 14%, tecnologia 11%, retail 10%. Idem a livello geografico con un portafoglio equilibrato tra Europa continentale, zona ispanica, mercati anglofoni e Paesi emergenti. Il gruppo francese possiede anche, ed è una particolarità da sottolineare rispetto alle concorrenti, un’ottima posizione nei Paesi di lingua araba.

I dieci clienti principali rappresentano il 25% del fatturato, di cui il 6% costituito dal primo cliente. Vi sono ancora ampi e lucrativi segmenti di mercato da conquistare nell’e-commerce, nel settore dei viaggi e dei servizi pubblici, dove la presenza degli operatori privati di call center rimane molto bassa. Un’altra priorità del gruppo è quella di sviluppare la parte di servizi specializzati (attualmente l’11% del fatturato) con maggior valore aggiunto rispetto alle attività di servizio clienti tradizionale. Una delle strade per giungervi consiste nello stabilire partnership con i grandi nomi dell’offshoring IT come Cognizant o Wipro.

In ogni caso, sul lungo termine, tutte le metriche operative – di volume, produttività, diversificazione dell’attività – sono in costante miglioramento. L’attività gode di un’eccellente visibilità e ciò permette una pianificazione degli investimenti e dello sviluppo. Da ciò si evince anche il motivo dell’elevato costo storico dell’azione.

Un business attraente

È innegabile che la proposta di valore offerta dal gruppo ai propri clienti è estremamente attraente. Questi ultimi possono esternalizzare la costosa creazione di call center per la quale generalmente non hanno risorse né competenze. Con i molteplici progressi tecnologici e l’internazionalizzazione delle attività, realizzare tali infrastrutture richiede competenze specifiche sia a livello tecnologico che in assunzione e formazione, ovvero investimenti importanti che una non pure-player avrebbe difficoltà a rendere redditizi, ancor di più quando tali infrastrutture vanno create su mercati differenti (non è infatti la stessa cosa aprire un call center produttivo negli Stati Uniti, in Brasile, in Egitto o in India).

I clienti del gruppo, soprattutto grandi multinazionali, vogliono assicurarsi che la loro infrastruttura sia funzionale, economica ed efficace (a costo di pagarlo a caro prezzo). Apprezzano di poter parlare con un solo interlocutore che si fa carico dell’assistenza telefonica su tutti i mercati, di sapere che è un interlocutore competente, affidabile e ben organizzato, e che inoltre può implementare un’infrastruttura funzionale in tempi record e con rischi minimi.

La performance finanziaria, eccellente su tutti i livelli, riflette questa proposta di valore e la comprovata esperienza dell’azienda. Sull’ultimo decennio (2011-2021) la crescita organica è in continuo miglioramento e sfiora una media annua del 9%, il doppio del ritmo del mercato.

Una gestione controllata

Sul periodo in analisi (2011-2021) il fatturato di Teleperformance triplica ampiamente passando da 2,1 a 7,1 miliardi di euro, mentre l’utile operativo è quintuplicato da 165 a 866 milioni di euro grazie a una nettissima espansione dei margini operativi. L’utile netto segue una traiettoria simile. Tanto di cappello.



L’espansione dei margini sul ciclo lungo – che crescono di circa 500 punti base – è connessa al digitale, all’automatizzazione e all’offshoring da cui derivano importanti guadagni di produttività, ma anche alla leva operativa dell’attività. Infatti, dopo la creazione dell’infrastruttura di call center per alcuni clienti su un mercato in particolare, questa può servire rapidamente ad accomodarne di nuove con spese minime.

Il bilancio è solido e l’aumento dell’indebitamento di 2,2 miliardi di euro sul periodo 2011-2012 è connesso direttamente ai 3,5 miliardi di euro investiti in acquisizioni di cui 1,3 miliardi autofinanziati. La leva rimane sotto controllo a meno di due volte l’EBITDA e la redditività dei capitali propri cresce notevolmente per oscillare attorno al 25%.

La generazione di free cash flow raggiunge nel complesso i 3,53 miliardi di euro sul periodo, ovvero una quantità superiore alla somma dei risultati contabili di 2,8 miliardi di euro, poiché gli ammortamenti (un valore non cash e semplice “scrittura contabile”) sono superiori agli investimenti (capex).

A livello di allocazione del capitale si contano davvero pochi riacquisti di azioni, non fuori del comune per un gruppo in crescita che nel complesso ha sempre avuto un’azione a un buon prezzo di mercato. Sul periodo sono stati distribuiti circa 800 milioni di euro in dividendi, ai quali si aggiungono 1,3 miliardi di euro riutilizzati per la crescita esterna, il resto va al cash del bilancio.

Il cash flow annuo medio degli ultimi due esercizi (2020-2021) raggiunge i 750 milioni di euro, contro meno di 100 milioni di euro su alcuni primi esercizi dell’ultimo decennio (2011-2012). Il cash flow supplementare è dunque di 650 milioni di euro, ovvero una forte espansione della capacità reddituale.

Dato che la direzione rivendica una crescita a perimetro comparabile a circa il 9% annuo sul ciclo, ciò significa che tra i 400 e i 450 milioni di euro di questo cash flow supplementare derivano dalle acquisizioni. Rispetto ai 3,54 miliardi di euro investiti nelle suddette acquisizioni, otteniamo un ROI (Return On Investment-Tasso di rendimento sugli investimenti) sulle operazioni di crescita esterne comodamente ancorato al di sotto del 10%, ossia una performance soddisfacente e una vera e propria creazione di valore.

Una valorizzazione all’altezza

Con una valorizzazione attuale di circa 24 volte il cash flow dell’ultimo esercizio, notiamo che la qualità è nel prezzo. "La qualità si paga", mi direte, soprattutto con una simile visibilità. A parità di condizioni – in particolare il ritmo di crescita esterna e il costo del capitale – l’azione Teleperformance ha un prezzo perfetto se la sommettiamo al DCF (Discounted Cash Flow).

Rimangono tuttavia reali opportunità di crescita, sia a livello organico (come visto in precedenza) che tramite un consolidamento dell’industria (acquisizioni). La posizione competitiva del gruppo è eccellente e ben protetta grazie alla scala globale, alla comprovata esperienza e alla sanissima base finanziaria.

Bonus 

Notiamo che negli ultimi 10 anni l’azione ha avuto la miglior linearità sull’SBF 120, l’indice delle 120 aziende francesi quotate più attivamente. Traduzione: il titolo evolve vicino alla sua retta di regressione lineare. Ringraziamo l’alta visibilità dell’attività e la costanza dei risultati nel tempo.

Conclusione

Abbiamo dunque un campione incompreso malgrado un’attività nient’affatto “sexy”. La gestione dell’azienda è esemplare. L’azione non offre certamente margini di sicurezza nella valorizzazione, ma fornisce sempre buone opportunità di crescita a lungo termine. Insomma, un bel titolo da tenere nel portafoglio o, in ogni caso, da mantenere nella watchlist.