Onconova Therapeutics, Inc. ha annunciato dati preclinici che evidenziano il profilo multichinasico di narazaciclib, l'ampia attività antitumorale e l'aumento dell'immunità antitumorale, rispetto a palbociclib e ad altri inibitori di CDK4/6, in un poster presentato al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) l'8 dicembre 2023. Risultati: Analisi completa dei bersagli cellulari: i saggi "Thermal Shift?" hanno affermato che, mentre narazaciclib e palbociclib hanno un impatto su una manciata di bersagli simili e previsti del percorso cellulare, tra cui Rb, Akt e mTOR, narazaciclib e il suo principale metabolita hanno un impatto su un maggior numero di chinasi rispetto a palbociclib.

Analisi più approfondita in cellule/linee cellulari umane del seno e dell'ovaio: L'utilizzo di dati bioinformatici provenienti da banche dati sul cancro umano ha mostrato che un'elevata espressione della chinasi BUB1 è associata a una bassa sopravvivenza nelle pazienti con carcinoma mammario e del corpo endometriale uterino (UCEC) ed è stata degradata da basse dosi di narazaciclib. L'analisi in Western blot dei dati provenienti da diversi pannelli di linee cellulari di cancro al seno (comprese quelle con mutazioni note o con la sovraespressione del recettore di membrana, FGFr, un fattore prognostico indipendente in alcuni tumori solidi e un driver di resistenza agli inibitori CDK4/6), ha mostrato che narazaciclib e il suo metabolita hanno determinato una riduzione più sostanziale della vitalità cellulare rispetto ad altri CDK4/6i dosati come monoterapia o in combinazione con inibitori dell'autofagia. Questi dati supportano il potenziale uso di narazaciclib nel carcinoma mammario e nell'UCEC, sia come monoterapia che in combinazione con altri agenti.

Capacità di indurre la senescenza e le chemochine di reclutamento delle cellule T: Il trattamento con narazaciclib/metabolita ha prodotto riduzioni più profonde della vitalità cellulare nelle cellule di cancro al seno murino PYMT, rispetto a palbociclib e ad altri CDK4/6i (in combinazione con inibitori dell'autofagia). Inoltre, il trattamento con narazaciclib ha prodotto aumenti significativamente più elevati delle chemochine che reclutano le cellule T, tra cui CXCL10, rispetto a palbociclib. Questi risultati suggeriscono che narazaciclib ha il potenziale differenziato di promuovere maggiori livelli di immunità antitumorale, che potrebbero aumentare la sua efficacia.