ZURIGO (awp/ats) - Cevian Capital acquisisce una partecipazione significativa in UBS e in borsa si brinda al corso dell'azione, che sale ai massimi dai tempi della crisi finanziaria: il colosso svedese dell'investimento attivo vede un "significativo potenziale di valore" nella banca elvetica dopo l'acquisizione di Credit Suisse (CS).

L'entità con sede a Stoccolma ha rilevato una quota dell'1,3% delle azioni di UBS, per un valore di 1,2 miliardi di euro, emerge da un comunicato diffuso stamane dalla società. Stando al Lars Förberg, cofondatore di Cevian, l'istituto guidato da Sergio Ermotti sta svolgendo un lavoro "eccezionale" nell'integrazione di CS. UBS viene definito il più grande gestore patrimoniale globale, con una posizione di mercato e una forza finanziaria uniche.

Secondo il manager 58enne con doppia cittadinanza svedese e svizzera se si colmasse il divario di valutazione rispetto alla banca statunitense Morgan Stanley (prezzo doppio rispetto al valore contabile tangibile) l'azione UBS (attualmente scambiata a circa 25 franchi) varrebbe 50 franchi svizzeri.

In dichiarazioni rilasciate al Financial Times (FT) Förberg non esista a parlare della "più grande opportunità nel settore finanziario globale". La società d'investimento attivista - un azionista attivista è quello che usa la propria quota per fare pressione sulla dirigenza di un'azienda, cercando di portarla verso determinati obiettivi - ipotizza che UBS possa raddoppiare la sua valutazione nei prossimi 3-5 anni. Questo perché attualmente UBS è valorizzata come una banca europea media e non come un gestore patrimoniale leader a livello globale. Sempre secondo Förberg UBS potrebbe diventare significativamente più redditizia nel lungo periodo.

A detta del FT, che si rifà a persone vicine al dossier, Cevian ha ora poco meno di un decimo del suo portafoglio totale investito in azioni UBS. Questo fa degli svedesi uno dei primi 10 azionisti della grande banca elvetica.

Sempre stando al quotidiano finanziario inglese Cevian seguiva UBS da circa 15 anni. Prima del crollo del Credit Suisse la società aveva anche preso in considerazione la possibilità di assumere una posizione attivista in CS: l'investimento era però stato ritenuto troppo rischioso. Ora l'impresa svedese starebbe lavorando dietro le quinte: non cercherebbe comunque un posto nel consiglio di amministrazione di UBS e sosterrebbe sia il presidente Colm Kelleher che il Ceo Sergio Ermotti.

Il Financial Times cita anche altri pesi massimi della gestione patrimoniale, in particolare Fidelity e Capital Group, che avrebbero aumentato le loro partecipazioni in UBS in modo significativo quest'anno. UBS non ha voluto prendere posizione sul tema.

Alla borsa svizzera l'azione UBS sale oggi di circa il 2%, con un massimo a 25,82 franchi: si tratta del corso più alto da oltre 15 anni, cioè dal 2008. Dall'inizio del 2023 il titolo ha beneficiato di una performance da incorniciare: +47%. Da notare che il minimo dell'anno, a 14,38 franchi, era stato toccato il 20 marzo, cioè il giorno dopo l'annuncio dell'acquisizione - orchestrata dal Consiglio federale al di fuori del normale quadro giuridico e con fortissime garanzie statali - di Credit Suisse.

Fuori portata, perlomeno per il momento, sembra invece essere il massimo assoluto di 75,54 franchi raggiunto all'azione UBS nel 2007, prima della crisi finanziaria.