ROMA (Reuters) - Il ministro degli Esteri Antonio Tajani torna a difendere la scelta di UniCredit di rivolgersi alla Corte di Giustizia europea sui termini fissati dalla Banca centrale europea per la riduzione della sua presenza in Russia.

"Chiedere l'interpretazione esatta delle norme mi sembra sia la mossa giusta, chiedere non significa andare contro la Bce ma significa chiedere chiarimenti su una norma non chiara", ha detto Tajani nel corso di un evento.

Nelle ultime settimane, le banche della zona euro ancora attive in Russia, tra cui UniCredit, a più di due anni dall'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, sono state sottoposte a crescenti pressioni da parte delle autorità di vigilanza del blocco e delle autorità statunitensi per i loro legami con il Paese.

A maggio, la responsabile delle autorità di vigilanza del settore bancario della zona euro, Claudia Buch, ha detto che la Bce ha chiesto alle banche con una significativa esposizione alla Russia di accelerare gli sforzi di derisking, definendo una chiara tabella di marcia per il ridimensionamento e l'uscita dal mercato russo.

UniCredit, che possiede la quindicesima banca russa per asset, ha chiesto la scorsa settimana alla Corte di Giustizia europea di annullare la decisione Bce, sollecitando la sospensione della stessa in attesa della sentenza.

"La vicenda UniCredit-Bce sembra un po' ripetere quel che accadde qualche anno fa: lo stesso servizio ispettivo che oggi chiede a UniCredit di andarsene subito dalla Russia, cosa che creerebbe danni economici, cercò di costringere le banche italiane a vendere crediti deteriorati. All'epoca io mi opposi dicendo che il servizio ispettivo si allargava un po' troppo, mi pare anche in questo caso si sia allargato un po' troppo", ha aggiunto Tajani.

Un'alta fonte governativa ha detto a Reuters qualche giorno fa che il governo Meloni comunque non è coinvolto in alcun modo nel ricorso presentato da UniCredit, che era stato informato dalla banca dei suoi piani e che la banca è libera di fare ciò che ritiene opportuno per proteggere i propri interessi.

(Giuseppe Fonte, in redazione Gianluca Semeraro, editing Claudia Cristoferi)