(Reuters) - I banchieri centrali della Fed che cercavano segnali sul fatto che l'inflazione fosse di nuovo in linea con l'obiettivo del 2%, ne hanno avuti in abbondanza, dopo che un rapporto del governo ha mostrato un inaspettato calo dei prezzi al consumo a giugno, consolidando l'ipotesi di un taglio dei tassi di interesse a settembre.

L'indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,1% il mese scorso, dopo che era rimasto invariato a maggio, secondo i dati diffusi dal Bureau of Labor Statistics del dipartimento del Lavoro, mentre la crescita su base annua è rallentata al 3%, la lettura più bassa da un anno a questa parte.

La reazione degli operatori è stata pronta, con le probabilità di un taglio dei tassi a settembre salite a circa l'85% dopo i dati, da circa 70%, rafforzando anche le scommesse su un secondo taglio dei tassi a dicembre. Gli operatori stanno scontando anche una probabilità maggiore, ma ancora sotto al 50 per cento, che la Fed possa effettuare un terzo taglio dei tassi entro la fine dell'anno.

"Se ad agosto avremo un altro rapporto sull'inflazione buono, penso che potremmo vedere almeno due tagli dei tassi quest'anno, forse tre", ha detto Peter Cardillo, capo economista di Spartan Capital Securities.

La prossima riunione della Fed si terrà alla fine del mese e gli operatori vedono meno del 10% di possibilità di un taglio dei tassi in quell'occasione. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha detto martedì che i dati sull'inflazione non gli danno ancora la certezza di poter procedere ad un allentamento monetario ma che la banca centrale lo farà quando sarà necessario.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)