Il principale indice azionario canadese ha chiuso in ribasso venerdì, il secondo calo settimanale consecutivo, penalizzato dalla flessione dei titoli del settore energetico e dei servizi di pubblica utilità, mentre sono aumentate le aspettative che la Riserva Federale degli Stati Uniti si trattenga da ulteriori aumenti dei tassi di interesse.

L'indice composito S&P/TSX della Borsa di Toronto ha chiuso in calo di 137,92 punti, pari allo 0,7%, a 18.737,39 punti. L'indice è sceso per l'ottava sessione consecutiva.

Il settore energetico è stato il principale perdente, con un calo dello 0,5% nonostante i prezzi del petrolio siano aumentati del 3% venerdì.

I servizi di pubblica utilità, sensibili ai tassi, sono scesi dell'1,72%, mentre anche i titoli finanziari, fortemente ponderati, hanno subito un calo. Il settore dei materiali, che comprende i minatori di metalli preziosi e di base e le società di fertilizzanti, è salito dell'1,35% grazie alla tenuta dei prezzi dell'oro, sostenuti dalla continua domanda di beni rifugio alimentata dalle tensioni in Medio Oriente.

I dati statunitensi

venerdì hanno mostrato che l'indice dei prezzi delle spese per i consumi personali (PCE), considerato l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed, ha guadagnato lo 0,4% a settembre, rispecchiando il margine di agosto.

Il Canada dovrebbe rilasciare i dati sul PIL di agosto nella prossima settimana, poco dopo che la Banca del Canada ha mantenuto il suo tasso overnight di riferimento ad un massimo di 22 anni, affermando che i rischi sui prezzi sono in aumento e che l'inflazione potrebbe superare il suo obiettivo per altri due anni.

"La storia è che abbiamo visto una certa stagnazione nell'attività economica canadese, il che implica che i rialzi dei tassi della Banca del Canada stanno lavorando per far scendere l'inflazione", ha detto Angelo Kourkafas, senior investment strategist di Edward Jones.

"I dati statunitensi evidenziano ancora la capacità di ripresa. Pensiamo alla prossima settimana in Canada, dove probabilmente vedremo un modesto miglioramento in agosto rispetto alle letture di giugno e luglio", ha detto Kourkafas.

I trader stanno valutando una probabilità del 25% che la Fed aumenti i tassi di un quarto di punto percentuale a gennaio, in calo rispetto al 29% precedente, secondo lo strumento FedWatch del CME.

Le azioni statunitensi hanno chiuso per lo più in ribasso, mentre gli investitori hanno digerito una settimana frenetica di guadagni contrastanti e dati economici che sembravano sostenere lo scenario dei tassi di interesse "più alti più a lungo".

Sul fronte delle aziende, le azioni di Imperial Oil sono scivolate dell'1,9% dopo aver registrato un forte calo degli utili del terzo trimestre, danneggiati dal calo dei prezzi delle materie prime.