È probabile che il Brasile abbia registrato una lieve deflazione a giugno in termini mensili, grazie alla riduzione dei costi del carburante e dei prodotti alimentari più convenienti, rafforzando l'ipotesi di un potenziale inizio di un ciclo di allentamento monetario atteso dagli investitori globali già il mese prossimo, secondo un sondaggio Reuters.

Il probabile calo, che sarà confermato in un comunicato previsto per martedì, sarebbe il primo da settembre, l'ultimo mese di un breve periodo di calo dei prezzi al consumo interrotto dopo l'elezione del Presidente Luiz Inacio Lula da Silva in ottobre.

Un raffreddamento dell'inflazione attirerebbe l'attenzione a livello mondiale come una guida per le tendenze future di altre economie di punta, permettendo forse al Banco Central do Brasil di allentare un approccio da falco come quello che la Federal Reserve degli Stati Uniti sta ancora perseguendo.

I prezzi al consumo misurati dall'indice IPCA sono probabilmente scesi dello 0,10% a giugno rispetto a maggio, secondo la stima mediana di 13 economisti intervistati dal 5 al 7 luglio. Su base annua, l'inflazione è vista rallentare ulteriormente al 3,20%, il minimo dal settembre 2020.

"A spingere verso il basso il dato principale è il calo dei prezzi del carburante e del gas da cucina, oltre al continuo raffreddamento dei costi alimentari all'ingrosso dovuto al raccolto record del primo trimestre", hanno affermato gli analisti di 4intelligence.

Gli automobilisti stanno vedendo un po' di sollievo nelle stazioni di servizio a seguito di una serie di tagli al prezzo della benzina da parte della compagnia petrolifera statale brasiliana Petrobras, che sta cambiando la sua strategia di prezzi per attenuare le oscillazioni del costo del carburante.

Nel frattempo, i prezzi dei generi alimentari rimangono sotto pressione, in quanto il Paese sta vivendo un boom agricolo che si sta trasformando in una minaccia per il dominio delle esportazioni di mais degli Stati Uniti e per la sovrabbondanza di soia in Argentina, mentre il raccolto del vicino Brasile diminuisce.

Guardando al futuro, la prospettiva dell'inflazione nell'economia numero 1 dell'America Latina continua a migliorare lentamente, con il consenso del mercato che indica una percentuale del 4,98% per il 2023, secondo un sondaggio della banca centrale, sotto il 5,36% dell'inizio di quest'anno.

Ma questo supererebbe ancora l'obiettivo ufficiale del 3,25% più un margine di tolleranza di 1,5 punti percentuali in più o in meno, in quello che sarebbe il terzo anno consecutivo di superamento. La scorsa settimana, il Governo ha fissato l'obiettivo al 3% per il 2026, in linea con gli obiettivi per il 2024 e il 2025.

La decisione di puntare a un tasso di inflazione relativamente basso nel lungo termine, combinata con un sorprendente apprezzamento della valuta locale quest'anno, potrebbe rafforzare la moderazione dei prezzi al consumo e avvicinare la loro variazione all'obiettivo.

Il rischio principale è l'evoluzione del deficit primario in base ai piani del Governo Lula di espandere la spesa sociale, in particolare dopo che il Congresso ha ritardato il voto su un quadro fiscale visto come un impegno chiave per mantenere le spese sotto controllo.