LONDRA (awp/ats/ans) - Sale a 75 negozi destinati alla chiusura a una previsione di circa 800 dipendenti in esubero il bilancio del piano di tagli annunciato dai vertici della società britannica di The Body Shop, catena di grandi magazzini di cosmetici nata quasi 50 anni fa e rinomata per la vendita di prodotti organici ed "etici" per la pelle, finita in crisi per debiti e posta ufficialmente in amministrazione controllata un paio di settimane or sono.

Lo certifica un comunicato aziendale, che fa riferimento in particolare a poco meno di altri 500 posti di lavoro in meno rispetto alle prime indicazioni; ma precisa anche come, al momento, sia previsto restino aperti 116 esercizi: vale a dire la maggioranza della rete commerciale (oltre che dell'organico) sull'isola.

La crisi della catena s'iscrive in quella più generale di diversi marchi del settore del commercio e del peggioramento della situazione debitoria a pochi mesi dall'acquisizione del marchio da parte del fondo tedesco di private equity Aurelius.

Fondata proprio in Gran Bretagna nel 1976, a Brighton, la struttura di The Body Shop si è globalizzata nel tempo passando poi attraverso una serie di cambi di proprietà. Fino a essere acquisita nel 2006 dal colosso francese della cosmetica L'Oreal e infine, di recente, dal fondo Aurelius: che ha già liquidato buona parte della rete in Asia e in Europa continentale, vendendo parte delle attività a un compratore rimasto ignoto.

Le turbolenze nel commercio hanno avuto un peso particolarmente significativo nell'ultimo decennio nel Regno Unito, dove - ancor prima della Brexit e dei contraccolpi che ne sono derivati, nonché degli effetti della pandemia di Covid - molti marchi hanno dovuto fare i conti con l'impennata dei costi di esercizio e la concorrenza rampante del commercio online.