TOKYO (awp/ats/ans) - L'intervento di venerdì scorso da parte delle autorità monetarie giapponesi sul Forex per sostenere lo yen nei confronti del dollaro statunitense, secondo gli ultimi dati pubblicati oggi dagli operatori di mercato e la banca centrale (BoJ), è costato 2.000 miliardi di yen, pari a 11,3 miliardi di franchi.

All'indomani dell'operazione, ad oggi non confermata dal governo, gli analisti calcolavano un importo più vicino ai 3.000 miliardi di yen, equivalenti a 16,9 miliardi di franchi. La sospetta operazione, effettuata in concomitanza con la pubblicazione i dati statunitensi sull'inflazione - che hanno rafforzato l'ipotesi di un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed a settembre, aveva fatto risalire del 3% le quotazioni della valuta giapponese sul dollaro - che trattava ai minimi in 38 anni sul biglietto verde, a quota 158,50.

Marcato anche il rafforzamento nei confronti dell'euro, mai così forte dal 1999, a quota 175, e attualmente a 172,70. Nella prossima riunione della Banca del Giappone che si concluderà il 31 luglio, alcuni analisti non escludono un aumento dei tassi di interesse, dagli attuali livelli prossimi allo zero, per contribuire a rallentare il declino dello yen.