Il dollaro australiano e quello neozelandese sono rimasti fermi mercoledì, in quanto le prospettive di tassi d'interesse stabili in patria hanno attirato la domanda di carry che ha portato l'Aussie ai massimi di 11 anni sullo yen giapponese a basso rendimento.

La presentazione della politica della Reserve Bank of Australia (RBA) di martedì, con toni da falco, ha portato i mercati a ridimensionare la probabilità di un taglio dei tassi quest'anno al 36%, dal 64% di inizio settimana.

Un allentamento è ora considerato improbabile fino ad aprile del prossimo anno, anche se la maggior parte delle altre banche centrali di pari livello hanno iniziato a tagliare o sono prossime a farlo.

"Il nostro caso centrale è che la RBA rimarrà paziente, accettando che il processo di disinflazione richiederà ancora un po' di tempo, con la contropartita di mantenere una parte maggiore dei guadagni nel mercato del lavoro rispetto al resto", ha detto Paul Bloxham, capo economista Australia presso HSBC.

"Vediamo la RBA in attesa, con il suo primo taglio non prima del secondo trimestre del 2025", ha aggiunto. "Detto questo, vediamo più possibilità che il tasso di liquidità venga aumentato ulteriormente nella seconda metà del 2024, che non che venga tagliato. Attribuiamo un 30% di possibilità ad un rialzo di 25 pb".

La prospettiva di un lungo periodo di politica costante e di bassa volatilità dei tassi è interessante per i carry trade, principalmente il prestito in yen a tassi bassi per acquistare l'Aussie.

Questi flussi hanno contribuito a far salire l'Aussie dello 0,7% durante la notte, fino a raggiungere i 105,19 yen. Il prossimo obiettivo è il picco del 2013 di 105,43, e una sua rottura porterebbe l'Aussie su un terreno che non viene calpestato dal 2007, quando arrivò fino a 107,84.

Anche l'Aussie si è stabilizzata a $0,6661, allontanandosi dal minimo di $0,6586 toccato all'inizio della settimana. Si profila una forte resistenza a $0,6705.

Il dollaro kiwi è rimasto un po' indietro a $0,6140, dopo aver rimbalzato dal supporto a $0,6098 durante la notte.

I mercati sono un po' più orientati al ribasso per quanto riguarda la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ), che implica una probabilità del 50% di un taglio già a ottobre e una probabilità superiore al 100% per novembre.

Il capo economista della banca centrale, mercoledì, ha affermato che ci sono ragioni per pensare che l'inflazione possa rivelarsi più persistente nel breve termine, ma anche che potrebbe diminuire più velocemente del previsto nel medio termine.

La sua conclusione è che è necessario un "periodo di politica restrittiva" per riportare l'inflazione sotto controllo.

I dati sul prodotto interno lordo (PIL) sono attesi per giovedì e si prevede che l'economia sia cresciuta di un misero 0,1% nel trimestre di marzo, dopo due trimestri consecutivi di contrazione. (Relazione di Wayne Cole, a cura di Shri Navaratnam)