ROMA (MF-DJ)--Le sanzioni occidentali in risposta all'invasione dell'Ucraina hanno riportato l'export di gas della Russia verso l'Europa indietro di oltre 30 anni, ai livelli registrati alla fine degli anni 80, al tramonto dell'era dell'Unione Sovietica. Vladimir Putin, insomma, come Jurij Andropov, Konstantin Cernenko e Michail Gorbaciov, per citare i presidenti che dal 1985 al 1990 si sono succeduti alla guida dell'Urss.

Lo scrive MF-Milano Finanza spiegando che i predecessori stavano comunque cavalcando una tendenza crescente delle esportazioni: Putin, invece, è il primo ad aver costretto alla retromarcia la formidabile macchina del gas nazionale. A fine 2022, secondo i numeri diffusi dal ceo di Gazprom, Alexei Miller, le esportazioni russe sono scese a 100,9 miliardi di metri cubi, registrando un calo di ben il 45% rispetto ai 185 miliardi di mc del 2021. Per fare un paragone col periodo sovietico, tra il 1985 e il 1990 l'export russo oscillava tra i 70 e i 110 miliardi di mc annui, record di periodo toccato sotto la presidenza Gorbaciov.

I 100,9 miliardi di mc del 2022 includono anche i flussi verso la Cina, attraverso il gasdotto Power of Siberia (15,5 miliardi di mc). Proprio ieri, a questo proposito, Mosca e Pechino hanno firmato un accordo intergovernativo per la fornitura di altri 10 miliardi di metri cubi di gas l'anno. L'inizio del 2023 ha confermato la diminuzione delle esportazioni verso l'Europa, che perciò si mantengono a livelli sovietici. La media giornaliera è ormai di 24 milioni di mc al giorno attraverso i gasdotti ucraini, l'unica via rimasta alla Russia per portare il gas verso i paesi dell'eurozona dopo il collasso del Nord Stream. Oltre che nelle sanzioni, secondo gli analisti di Bcs World of Investments (Gruppo Bcs) il motivo è da ricercare nei prezzi del gas più favorevoli sul mercato spot. Ieri al Ttf di Amsterdam i future di marzo sono scesi fino a toccare i 53 euro a Megawattora, prezzo che non si vedeva da dicembre 2021. Bcs sostiene che i prezzi dei contratti Gazprom torneranno competitivi da questo mese, stimando per fine 2023 un volume complessivo di 65 miliardi di mc.

«A gennaio», si legge nel report, «le esportazioni di Gazprom verso l'Europa sono scese a un livello che non si vedeva dal periodo sovietico. Tuttavia, la ragione non è la carenza di gas di Gazprom, ma più probabilmente il fatto che gli acquirenti preferiscono prezzi spot più bassi, piuttosto che i prezzi contrattuali di Gazprom. Due dei quattro tipi di contratti Gazprom a gennaio non erano redditizi per gli acquirenti. Ciò accade perché c'è un intervallo di tempo da 1 a 7 mesi, motivo per cui quando i prezzi aumentano, il gas di Gazprom è molto richiesto. Quando, invece, i prezzi scendono, gli acquirenti si spostano sul mercato spot aspettandosi un inevitabile aggiustamento dei prezzi dei contratti di Gazprom».La prossima revisione dei contratti trimestrali è prevista per il 1mo aprile.

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1009:02 feb 2023


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February 10, 2023 03:03 ET (08:03 GMT)