La Borsa di Parigi dovrebbe subire poche variazioni lunedì mattina, con le imminenti riunioni della Federal Reserve statunitense e poi della Banca Centrale Europea (BCE) che terranno gli investitori sulle spine.



Alle 8.15 circa, il contratto 'future' sull'indice CAC 40 consegnato a dicembre era in rialzo di 7,5 punti a 7.539,5, segnalando una continuazione del trend favorevole della scorsa settimana (+2,5%). Le principali banche centrali hanno recentemente concluso il loro ciclo di rialzi dei tassi, ma il loro approccio più accomodante non sembra essere sufficiente agli occhi dei mercati, che ora chiedono tagli dei tassi.



L'atteggiamento attendista durerà probabilmente almeno fino a mercoledì sera, quando la Fed pubblicherà la sua dichiarazione di politica monetaria, aprendo la settimana monetaria. La pubblicazione di venerdì di dati sull'occupazione migliori del previsto per il mese di novembre ha confermato lo scenario di un 'atterraggio morbido' per l'economia statunitense, alleggerendo parte della pressione sulle sue spalle.

La probabilità di un taglio dei tassi della Fed a marzo è ora stimata solo al 40% circa, secondo il barometro FedWatch di CME Group, mentre questo barometro colloca lo scenario di un taglio dei tassi a marzo a oltre il 57%.



La situazione è molto diversa in Europa, dove la Banca Centrale Europea (BCE) viene esortata a fare di più a fronte di un'economia che sta innegabilmente flirtando con la recessione. 'I mercati ritengono che i primi tagli dei tassi potrebbero arrivare già a marzo e che la BCE potrebbe effettuare quasi sei tagli dei tassi dello 0,25% nel 2024', osserva Alexandre Baradez, responsabile dell'analisi di mercato di IG France.

Per lo stratega, queste aspettative sono probabilmente troppo aggressive, dato che l'inflazione sottostante nell'Eurozona si aggira attualmente intorno al 3,6%, ancora molto lontana dall'obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale.



Nemmeno la Banca d'Inghilterra, i cui annunci sono attesi per giovedì, come nel caso della BCE, sembra avere molta fretta di unirsi al campo delle 'colombe'. Con le banche centrali che non mostrano segni di allineamento con le attuali previsioni di mercato, il ritorno alla realtà potrebbe rivelarsi complicato per gli investitori già in modalità euforica.



La speranza che il costo del credito si riduca ha notevolmente incrementato l'appetito per i mercati azionari quest'autunno, e venerdì scorso ha permesso al CAC 40 di tornare a meno di trenta punti dal suo massimo storico. A Wall Street, i principali indici di New York hanno appena accumulato sei settimane consecutive di guadagni.





Con un guadagno del 12% dalla fine di ottobre, l'S&P 500 è ora scambiato ai massimi annuali. Oltre agli annunci delle banche centrali, il rally autunnale sarà messo alla prova da una serie di indicatori economici chiave, tra cui gli ultimi dati sull'inflazione e sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti. In Europa, gli indici PMI preliminari di dicembre - attesi venerdì - serviranno a valutare la gravità della minaccia di recessione nel Vecchio Continente. Copyright (c) 2023 CercleFinance.com. Tutti i diritti riservati.