MILANO (Mf-DJ)--Il clima che si respira a New York e di riflesso sulle principali piazze azionarie è molto diverso da quello euforico, o almeno frizzante, che solitamente caratterizza un mercato al terzo mese consecutivo di rialzo (sarebbe il quinto, escludendo il mese negativo di gennaio) e di nuovi massimi storici, in riferimento al Dow Jones e allo S&P500.

L'aria che si respira, invece, ha molto il sapore dell'incertezza, o meglio dell'attendismo: appurato che la crescita dei rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine americani non è più un rischio nell'immediato, visto il progressivo ripiegamento dopo il picco di fine marzo del decennale in area 1,75%, l'attenzione dei money manager è ora interamente rivolta ai risultati del primo trimestre delle aziende statunitensi e soprattutto alle aspettative delle società sul trimestre successivo. Il motivo è semplice: appurare che gli utili, attuali e prospettici, riescano a tenere il passo con l'ascesa delle quotazioni di borsa, altrimenti il p/e, cioè il rapporto prezzo/utili, crescerebbe troppo al di sopra della media storica segnalando uno stato di sopravvalutazione sempre meno sostenibile.L'attenzione più grande è quindi rivolta al cosiddetto gruppo dei Faang+ (Facebook, Apple, Amazon, Google e Microsoft) per due motivi: in primo luogo perché tutti e sei assieme, date le capitalizzazioni e quindi i pesi elevati che ricoprono all'interno del paniere delle 500 blue chip Usa, determinano con le loro performance quotidiane un quarto dei movimenti giornalieri dell'indice S&P500, che è l'indice azionario di riferimento a livello internazionale; in secondo luogo perché sono tra i titoli guida che, nonostante le scivolate degli ultimi due mesi, hanno guidato la reazione dopo lo scoppio della pandemia, prolungando la forte ascesa iniziata nel 2013 e ulteriormente accelerata prima a inizio 2017 e poi nell'autunno 2020, spingendo il Nasdaq e lo S&P500 a lasciarsi alle spalle il record storico pre-Covid a partire dallo scorso novembre.

L'appuntamento clou di Wall Street è quindi per la settimana entrante: dopo che Netflix ha battuto le attese del primo trimestre su utile e fatturato, ma le ha deluse sul fronte delle aspettative della società per il secondo trimestre in termine di tasso di crescita degli utenti, toccherà a Microsoft e Google martedì 27, a Facebook e Apple mercoledì 28, nonché ad Amazon giovedì 29 affrontare la prova. E la sfida diventa sempre più impegnativa man mano che i vari lockdown nazionali ancora sparsi per il mondo si allentano grazie ai vaccini: le restrizioni sociali causate dalla pandemia hanno infatti favorito i business dei Faang+ e ora è necessario appurare quale quota di maggior business rimarrà loro attaccata grazie alla svolta internazionale verso l'utilizzo più intensivo dello smart working e quali novità di prodotto o servizio sapranno introdurre per mantenere l'attuale tasso di crescita dei ricavi e degli utili. In caso contrario la correzione dei prezzi di borsa è una certezza e con essa la correzione dell'S&P500 e ancor di più dell'indice Nasdaq.

fch

(END) Dow Jones Newswires

April 26, 2021 03:17 ET (07:17 GMT)