ZURIGO (awp/ats) - Qualche difficoltà sul corto periodo, ma ottimismo record sul lungo termine: è questa la previsione che avanzano le banche svizzere riguardo all'andamento degli affari. Lo rivela un'indagine condotta dalla società di consulenza EY, giunta alla 13esima edizione.

Un centinaio di istituti (il 4% in Ticino) sono stati interrogati in novembre riguardo all'evoluzione dell'utile operativo nei prossimi 1-2 anni: il 24% punta su una tendenza positiva, il 54% abbastanza positiva, il 21% piuttosto negativa e l'1% molto negativa. Sommando le prime due quote si arriva al 78%, un valore - che EY descrive come il "barometro dell'ottimismo" - inferiore a quello del 2021 (87%), ma superiore a quelli rilevati nel 2020 (73%), nel 2019 (69%).

In un anno la percentuale di banche che si aspetta un risultato negativo è quasi raddoppiata, passando dal 13% a 22%. Stando a EY il contesto generale offusca le prospettive aziendali, almeno nel breve periodo: questo può avere conseguenze sul rischio di credito.

Nel lungo periodo, tuttavia, il quadro è ben diverso: con un valore record del 98% (anno precedente: 86%) gli istituti sono più che mai ottimisti. Il motivo principale è da ricercare nella tanto attesa inversione di tendenza dei tassi di interesse. "Questa svolta consentirà alle banche di migliorare in modo duraturo i loro margini di guadagno", si dice convinto Patrick Schwaller, esperto di EY, citato in un comunicato. "A lungo termine, ciò avrà molti effetti positivi, che supereranno gli impatti di aggiustamento sul corto periodo".

Per quanto riguarda il 2022, il ramo mostra una notevole resilienza, sostengono gli specialisti di EY. Il 78% degli interpellati si aspetta infatti uno sviluppo positivo del risultato operativo, contro il 22% che pronostica un calo, nell'ambito di una contabilità che come noto in questo periodo dell'anno non è ancora completamente chiusa.

Se nell'edizione precedente del sondaggio le banche puntavano sulla crescita, ora la priorità è orientata alla diminuzione dei costi e all'aumento dell'efficienza. "Sullo sfondo delle attuali incertezze economiche e geopolitiche, questo cambio di passo non è davvero sorprendente", commenta Schwaller. Importanti vengono anche reputati il reclutamento del personale e la sicurezza cibernetica.

La considerazione degli aspetti di sostenibilità sociale e ambientale sembra inoltre nel frattempo ormai saldamente ancorata all'attività di investimento delle banche svizzere: il 96% degli interrogati dichiara di integrare questi parametri nella consulenza o di volerlo fare in futuro.