BRUXELLES (Reuters Breakingviews) - La posta in gioco per le elezioni al Parlamento europeo di giugno è cresciuta ulteriormente lo scorso fine settimana quando il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato ai media belgi la propria candidatura a Strasburgo.

Il 48enne liberale è in cerca di un nuovo ruolo, non essendo ricandidabile per un terzo mandato alla presidenza del Consiglio Ue. L'incarico dura due anni e mezzo ed è rinnovabile una sola volta, per un totale di cinque anni.

Qualora Michel dovesse essere eletto, i leader Ue dovranno trovare in fretta un sostituto, altrimenti sarà l'ungherese Viktor Orban - vicino al presidente russo Vladimir Putin - a presiedere le loro riunioni.

E qui entra in gioco Mario Draghi. Il Financial Times ha scritto che i leader dell'Unione potrebbero affrettarsi ad assegnare all'ex banchiere centrale l'incarico, che in altre circostanze non verrebbe coperto prima della scadenza naturale di novembre.

Draghi non ha dato indicazioni di voler accettare il posto, né l'ex premier italiano rappresenta l'unica opzione. Ma il solo fatto che il suo nome sia in circolazione dimostra l'impegno di Bruxelles ad assegnare la poltrona di Michel a mani esperte.

La partita elettorale di Strasburgo è importante perché determina non solo la nuova composizione del Parlamento ma anche la spartizione degli incarichi più importanti dell'Unione tra i diversi partiti.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, del Ppe, punterà probabilmente a ottenere un secondo mandato, il che significa che socialisti e liberali si contenderanno la nuova presidenza del Parlamento europeo o l'Alto rappresentante per la politica estera.

La presidenza del Consiglio Ue è riservata agli ex capi di governo, perché si ritiene che godano del rispetto dei propri omologhi.

Michel, al contrario, si è guadagnato la reputazione di non riuscire a costruire il consenso di cui ha bisogno.

La scelta di una figura rispettata come quella di Draghi sarebbe sensata. Draghi è stato apprezzato per la capacità di costruire coalizioni e sanare controversie alla guida della Banca centrale europea e del governo italiano.

Resta da capire se i leader politici europei pensano a Draghi come 'tappabuchi' in funzione anti-Orban o come sostituto permanente di Michel, sempre che riescano a trovare rapidamente un accordo.

I socialisti, ad esempio, ritengono che la presidenza del Consiglio debba spettare a loro e hanno proposto lo spagnolo Pedro Sanchez o la danese Mette Frederiksen.

Finora, le persone vicine a Draghi sostengono che l'ex banchiere non sia interessato all'incarico, ma potrebbe essere una tattica negoziale per ottenere un incarico per tutto il mandato.

In ogni caso, a Orban non sarà consentito di guidare i summit dei leader Ue. E questa è una buona notizia per gli alleati Ue e per chi investe nei suoi bond.

Segui @rebeccawire su X

CONTESTO

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che coordina i vertici dei capi di Stato e di governo, ha annunciato il 6 gennaio che intende candidarsi alle elezioni del Parlamento europeo di giugno 2024. Se dovesse essere eletto, si dimetterà dall'attuale incarico a luglio, anziché il 30 novembre, data di scadenza del suo mandato.

Se i leader dell'Unione europea non sceglieranno un sostituto entro quella data, toccherà al primo ministro ungherese Viktor Orban guidare le riunioni del Consiglio quando il suo Paese avrà la presidenza di turno Ue, nella seconda metà del 2024. La posizione di Orban è in contrasto con quella delle istituzioni europee sulle materie che riguardano lo stato di diritto - come la libertà dei media e l'indipendenza dei tribunali -, e sui finanziamenti all'Ucraina.

Il Financial Times ha scritto il 9 gennaio che l'ex premier italiano Mario Draghi potrebbe essere candidato a sostituire Michel, temporaneamente o per un mandato completo di due anni e mezzo.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Francesca Piscioneri)