ROMA (MF-DJ)--"Con le culle vuote cade un pilastro del sistema pensionistico". E' questo l'allarme lanciato da Pasquale Tridico, presidente dell'Inps, su MF.

"La sostenibilità del nostro sistema pensionistico dipende da tre variabili, ciascuna con le sue determinanti: il tasso di occupazione, il tasso di dipendenza o rapporto tra la popolazione non attiva sulla popolazione attiva, il tasso di crescita del pil. In Italia abbiamo un basso tasso di occupazione da oltre tre decenni, inferiore alla media Ue. Esso recentemente è salito poco sopra il 60% più per un effetto statistico che altro: a causa del calo demografico è diminuito il denominatore del tasso di occupazione, ovvero la popolazione attiva di età compresa tra 15 e 64 anni, mentre il numero assoluto degli occupati è di poco sopra i 23 milioni, un valore pressoché stabile dagli anni '90 ed è circa il 10% in meno rispetto alla media dei Paesi europei più sviluppati. La Francia, con popolazione di circa 60 milioni di persone, come l'Italia, ha oltre 30 milioni di lavoratori. Anche contando i 3 milioni di lavoratori in nero, che comunque è un'aggravante e non un alibi, rimaniamo distanti dalla Francia".

Questo si traduce in un mancato gettito contributivo e fiscale che "potrebbe finanziare servizi pubblici e welfare, mentre lo Stato deve continuare a garantire assegni sociali e di invalidità e altre forme di sostegno a queste persone che ufficialmente non lavorano. Inoltre il tasso di occupazione delle donne in alcune regioni è del 30%, quando in molti Paesi dell'Europa è oltre il 70%; i giovani che non lavorano e non studiano sono circa 3 milioni e anche in questo caso il fenomeno è particolarmente grave nel Mezzogiorno. L'insieme di tali squilibri e segmentazioni sono un grave problema per la sostenibilità del nostro welfare", continua.

Alle condizioni attuali e con gli attuali tassi di scolarizzazione "nel 2042 tra questi nati avremo 230 mila diplomati e dopo qualche anno 70 mila laureati. Inoltre alle attuali condizioni del mercato del lavoro solo 150 mila di loro lavoreranno. Ciò corrisponde più o meno al tasso di pensionamento annuale di oggi (si consideri che nel triennio 2019-2021 con la sola Quota 100 sono uscite 380 mila persone). L'impatto di tutto questo sui conti pensionistici è immediato: oggi vanno in pensione quelli nati intorno al 1960, quando nasceva circa un milione di bambini all'anno; quindi l'uscita dal mercato del lavoro avviene a un tasso doppio rispetto a quello con cui entrano nel mercato del lavoro i giovani nati intorno al 2000", prosegue.

Tridico propone azioni, politiche e interventi sui quattro principali obiettivi: aumentare il numero di occupati, soprattutto al Sud, tra donne e giovani, portandolo sopra 26 milioni; ridurre il numero di lavoratori in nero, oggi oltre a 3 milioni; allargare i flussi migratori sulla base della domanda di lavoro e delle esigenze di fabbisogno; riportare il numero dei nati intorno al valore del 1990, ovvero di 600 mila.

"Raggiungere quota 600 mila non è un miraggio e deve essere un obiettivo da perseguire con determinazione. Una coorte di 600 mila nati, con scenari occupazionali realistici nei successivi 20 anni, permetterebbe di mantenere il rapporto lavoratori/pensionati sopra 1,5 e sarebbe capace di sostituire adeguatamente la coorte di pensionati. Tuttavia gli interventi volti a riequilibrare le proiezioni demografiche producono effetti lenti. Siamo in grave ritardo e occorrerà molto tempo per rimediare. Nell'immediato non è quindi possibile prescindere dalle politiche di controllo dell'immigrazione, rendendole più fluide, al fine di evitare che la carenza di mano d'opera qualificata si traduca in un declino della produzione. Tanto più che anche per i prossimi due decenni difficilmente si avrà un'inversione di tendenza, essendo già nate meno donne (cui è affidata la natalità) rispetto ai due decenni precedenti", avverte.

"Il lavoro rimane il punto fondamentale. Dobbiamo aumentare velocemente e stabilmente il numero di occupati, migliorare le tutele per dare continuità e dignità al lavoro", conclude.

pev


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April 18, 2023 02:37 ET (06:37 GMT)