MILANO (MF-DJ)--"Stiamo assistendo ad un mea culpa prevedibile. È quello dei burocrati di stato e dei responsabili pubblici che hanno palesemente ammesso di non essere del tutto in grado di sostenere la progettazione e la realizzazione di molte delle infrastrutture e degli impianti previsti grazie ai cospicui contributi finanziari del Pnrr. I ritardi, come sappiamo, potrebbero mettere a repentaglio il trasferimento delle risorse da Bruxelles, ciò che costituirebbe per il nostro Paese non solo un danno materiale molto grave, altresì un danno di immagine altrettanto pesante da gestire".

E' quanto sottolinea Chiara Alzati, Corporate Trainer in ambito Public Speaking e Comunicazione Efficace, sull'importanza di ripensare la comunicazione pubblica anche in funzione del funzionamento del Pnrr.

"Il problema", spiega Alzati, "rientra nella mancanza di adeguata qualificazione di chi opera nel pubblico e deve governare le risorse economiche del nostro Paese, oltre a interagire con aziende e cittadini. La formazione e la comunicazione non sono accessorie allo sviluppo della nostra società ma funzionali ad esso, soprattutto quando si tratta di compattare un'intera popolazione intorno ad un obiettivo tanto ambizioso. Motivare, movimentare, incoraggiare, informare attraverso tutti i canali. È questa la missione che i nostri esponenti di Governo, a tutti i livelli, hanno il dovere di perseguire, e con professionalità. Ed è questo uno dei punti nevralgici. Occorre maggiore professionalizzazione e aggiornamento delle risorse interne alla Pubblica Amministrazione per cogliere tutte le opportunità che le risorse del Pnrr possono mettere a disposizione".

"Non è un caso che il settore che è riuscito a mettere a terra il maggior numero di progetti e di spendere la maggiore percentuale di risorse sia quello dei trasporti grazie alla gestione portata avanti da Trenitalia, una società privata che ha investito negli anni in formazione del proprio personale e che oggi rappresenta un fiore all'occhiello del nostro Paese".

"È facile quindi sottolineare che", conclude l'esperta, "se si fosse investito in aggiornamento e valorizzazione del personale della PA, oggi avremmo una percentuale molto maggiore di progetti avviati e potremmo pensare serenamente di spendere tutti i 209 miliardi messi a disposizione dall'UE. Ovviamente si tratta di formazione tecnica e progettuale, quindi IT, lingue, conoscenza delle dinamiche europee, ma non vanno trascurate le competenze di tipo relazionale e comunicativo. Un sapiente e avveduto utilizzo dei canali social, ad esempio potrebbe parlare con più efficacia anche alle generazioni più giovani. Non va dimenticato che ogni passo avanti in termini di miglioramento del Paese serve a consegnare proprio ai più giovani un ambiente migliore, e allora la sfida è quella di farli appassionare a tematiche che potrebbero sembrare ostiche, ma da cui dipende il loro futuro".

fus

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April 24, 2023 08:58 ET (12:58 GMT)