ZURIGO (awp/ats) - La borsa svizzera ha chiuso in territorio negativo una seduta tutta a tinte rosse. L'indice principale SMI ha perso lo 0,72% a 11'148,56 punti.

Mentre i pezzi grossi, come la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, si trovano a Davos (GR) per il Forum economico mondiale (WEF), il malumore ha avuto la meglio sugli investitori, in scia alla crescente disillusione per un taglio dei tassi già in primavera. Sul tema la dirigente francese ha mantenuto la cautela, invitando a non "cantare vittoria".

Che la lotta all'inflazione non sia ancora del tutto vinta lo ha ricordato il dato di dicembre proveniente dal Regno Unito, dove si è osservata un'inattesa ripresa del rincaro. I mercati hanno anche risentito di dati macroeconomici cinesi poco incoraggianti sul fronte dei consumi, del mercato immobiliare e dei prezzi.

Sul fronte interno, i fari erano puntati su Geberit (-4,92% a 490,80 franchi), che ha pagato il significativo calo del fatturato per l'esercizio 2023 comunicato oggi. Fra gli altri titoli più sensibili alla congiuntura, si è ben distinta Kühne+Nagel (+0,24% a 296,70 franchi), una delle poche blue chip a mantenersi sopra la linea di demarcazione, mentre si sono fatte coinvolgere dal pessimismo generale ABB (-0,58% a 36,10 franchi), Holcim (-0,93% a 63,78 franchi) e Sika (-1,84% a 234,80 franchi).

Chi ha cercato di non far affondare il listino è Novartis (+0,92% a 93,65 franchi), il titolo più brillante di giornata. Scarsa collaborazione è però arrivata dagli altri pesi massimi difensivi Nestlé (-0,21% a 98,18 franchi) e Roche (-1,14% a 247,25 franchi).

Poca gloria pure per UBS (-0,24% a 25,29 franchi) e, restando nel comparto finanziario, per Partners Group (-1,00% a 1094,00 franchi). Stessa sorte per gli assicurativi Swiss Re (-0,81% a 97,68 franchi), Zurich Insurance (-1,83% a 434,30 franchi) e Swiss Life (-2,51% a 583,80 franchi).

News odierne hanno riguardato anche Givaudan (-1,35% a 3356,00 franchi). L'autorità britannica per la concorrenza ha infatti esteso le sue indagini su presunte pratiche illecite nel settore dei profumi, allargandole ad accordi sull'assunzione di dipendenti. Una delle quattro aziende nel mirino è proprio la multinazionale ginevrina.

Nel mercato allargato, da segnalare il tonfo del gruppo bernese Meyer Burger (-31,51% a 0,09 franchi), la cui azione, che solo sei mesi fa era scambiata a più di 60 centesimi, sta colando a picco. A tagliare le gambe allo specialista nelle tecnologie per l'industria fotovoltaica la notizia che la società si sta preparando a chiudere la produzione di moduli solari in Germania (fino a 500 dipendenti rischiano di restare a piedi) e necessita di nuovi fondi (circa 450 milioni di franchi).