ZURIGO (awp/ats) - Seduta interamente positiva per la Borsa svizzera grazie anche alla decisione della Federal Reserve che ieri sera ha lasciato invariati i tassi di riferimento. L'SMI ha chiuso con un +0,84% a 10'591.98 punti.

Dopo il pessimo mese di ottobre, sono state gettate le basi per un rally in novembre, ha dichiarato ottimista un operatore.

Tra le blue chip fin da subito si è messa in evidenza Geberit, arrivata a guadagnare oltre il 12% e che ha terminato con un rialzo del 9,47% a 462.30 franchi. In un contesto definito "estremamente difficile", lo specialista sangallese di impianti sanitari ha visto calare le vendite del 12,3% a 2,39 miliardi di franchi nei primi nove mesi dell'anno (-7,9% al netto dei tassi di cambio); l'EBITDA è sceso del 2,4% a 749 milioni di franchi (+4,0% senza gli effetti valutari) con il relativo margine miglioratosi di 3,2 punti percentuali al 31,3%. L'utile netto è diminuito del 4,6% a 516 milioni. Tutte le cifre sono di poco superiori alle attese degli analisti, i quali hanno apprezzato anche il lieve aumento delle stime per il margine operativo del 2023.

Male invece Swisscom (-6,40% a 514.60 franchi): nonostante un giro d'affari praticamente invariato (0,3% a 8,2 miliardi di franchi, +0,9% senza i cambi), nei primi nove mesi dell'anno Swisscom ha registrato un netto aumento dell'utile netto (+7,9% a 1,3 miliardi di franchi), grazie anche ad effetti straordinari. Le attese degli analisti sono state superate, tuttavia non è piaciuto loro che il gigante blu abbia abbassato i suoi obiettivi in termini di giro d'affari per l'intero esercizio (da 11,1-11,2 a 11,0 miliardi).

Tra gli altri titoli del listino principale da segnalare in particolare Sika (+4,00% a 223.80 franchi), Kühne+Nagel (+3,23% a 249.60 franchi), Sonova (+3,22% a 224.30 franchi), Partners Group (+2,71% a 993.40 franchi), Richemont (+2,62% a 109.60 franchi) e Holcim (+2,20% a 58.56 franchi).

Nel mercato allargato, tra le aziende che hanno informato oggi sull'andamento degli affari, in luce Adecco: nel terzo trimestre il numero 2 mondiale del lavoro interinale è cresciuto più fortemente della concorrenza nel terzo trimestre, guadagnando fette di mercato. Il fatturato è sì diminuito dell'1% a 5,96 miliardi di euro (meglio dei pronostici), ma al netto degli effetti dei cambi e dei giorni lavorativi risulta un +3%. L'EBITA è salito del 9% a 235 milioni (pari a un margine del 4%), ossia molto più delle previsioni degli analisti. L'utile netto (103 milioni) si situa appena al di sotto di quello dell'analogo periodo del 2022. Buone le prospettive.

Oerlikon ha chiuso con un +4,02% a 3.678 franchi anche se è stata ancora confrontata a un calo trimestrale del giro d'affari (-15,9% a 623 milioni di franchi, -10,9% organico), dei nuovi ordinativi (-25,8% a 567 milioni) e dell'utile EBITDA (-23,3% a 98 milioni per un margine sceso di 1,5 punti al 15,7%). Continua a pesare fortemente la divisione Polymer Processing. Tutte le cifre sono leggermente inferiori alle attese.

Da parte sua il colosso basilese del commercio esentasse Dufry (+1,39% a 32.80 franchi dopo essere arrivato a salire del 5,3% in mattinata) è cresciuto fortemente nel periodo luglio-settembre (+73,4% a 3,67 miliardi di franchi, lievemente sopra le attese), grazie alla ripresa dei viaggi e all'integrazione di Autogrill. Il fatto che il gruppo abbia rivisto al rialzo gli obiettivi annuali e che voglia tornare a versare dividendi è stato ben accolto. Se l'assemblea generale straordinaria di domani lo avvallerà, in seguito alla fusione con Autogrill il nome del gruppo diventerà Avolta.

Sotto pressione invece Valiant (-1,61% a 97.60 franchi), sebbene la banca abbia nettamente accresciuto l'utile operativo su nove mesi (+51% a 169,3 milioni di franchi); quello netto è salito del 7,8% a 99,7 milioni (unico dato lievemente inferiore alle aspettative) mentre i ricavi hanno segnato un +23% a 406,7 milioni.

Il broker finanziario vodese Compagnie Financière Tradition (CFT, -1,29% a 114.50) ha infine visto scendere il suo fatturato del 3,2% a 225 milioni di franchi nel terzo trimestre (+3,8% a tassi di cambio costanti). Il giro d'affari rettificato è diminuito del 5% a 241,1 milioni. Nei primi nove mesi i ricavi consolidati sono saliti del 3,1% (+9,7% senza gli effetti valutari) a 738,3 milioni.